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Le capacità coordinative

di Fabrizio Ercolani

a cura del Prof. Fabrizio Tafani

Il termine capacità può essere definito come la reale potenzialità individuale nel realizzare determinate prestazioni relative ad ambiti diversi tra cui ovviamente anche quello motorio e sportivo

In termini sportivi ogni soggetto è in grado di esprimere un’attività motoria efficace e complessa in proporzione allo sviluppo delle proprie capacità motorie.

Le Capacità Motorie sono il presupposto indispensabile per la realizzazione e l’apprendimento delle attività motorie.

A loro volta le capacità motorie si organizzano in due grandi gruppi tra loro dipendenti:

  1. Le Capacità Coordinative
  2. Le Capacità Organico-muscolari (Condizionali)

Le capacità coordinative costituiscono il prerequisito essenziale per sviluppare, organizzare e regolare il movimento, mentre le capacità condizionali utilizzano l’energia disponibile nell’organismo proprio per compiere un lavoro.

In linea generale le capacità coordinative trovano un periodo elettivo di sviluppo tra i sei e i dodici anni, le capacità organico-muscolari presentano la fase di maggior sviluppo tra i quattordici e i diciannove anni. In relazione a ciò, è opportuno fare una precisazione fondamentale poichè nello sviluppo dell’essere umano, fino alla maturità completa, mai nulla si ferma completamente durante il cammino evolutivo. Vi sono dei momenti, denominate fasi sensibili, dove una qualità evolve maggiormente, rispetto a un’altra, perchè risponde con elevata efficacia agli stimoli educativi. Allo stesso tempo però, evolvono anche le altre qualità; ovviamente in misura minore e con meno sensibilità verso gli stimoli educativi. Dire che la coordinazione si sviluppa in una certa fascia d’età è corretto, in tale periodo si manifesta la migliore risposta evolutiva dell’individuo, ma è anche vero che, nel contempo e in tono minore, evolvono anche le capacità organico muscolari (in particolare la forza rapida e la forza veloce). Si comprende così la necessità di stimolare l’apprendimento preponderante senza tralasciare quello secondario. Come fare? E’ necessario strutturare delle esercitazioni che comprendano attività di tipo coordinativo collegate ad esecuzioni, o a espressioni, di forza veloce e di forza rapida.

Le capacità motorie, coordinative e condizionali, sono interdipendenti perchè il risultato della loro applicazione si esprime sempre attraverso la contrazione muscolare. In tal senso è importante che la coordinazione permetta ai muscoli:

  • di contrarsi con la giusta intensità e con la giusta direzione
  • di essere inibiti o frenati al momento opportuno
  • di essere rilassati quando necessario.

Sintetizzando sarà fondamentale che la coordinazione consenta il giusto sinergismo muscolare, così facendo anche l’applicazione della forza, della velocità e della resistenza può trovare agire su un gesto adeguato alla richiesta. Allo stesso tempo sarà basilare che le capacità condizionali garantiscano quindi ai muscoli il giusto tono, una eccellente velocità contrattile ed ovviamente una adeguata resistenza.

E’ proprio questo binomio tra capacità coordinative e capacità condizionali che l’atleta può compiere azioni redditizie e durature nel tempo. Non può esistere una coordinazione senza un adeguato substrato muscolare e, viceversa, non può esistere un eccellente apparato condizionale senza organizzazione dell’atto motorio.

 In definitiva le capacità motorie sono efficace strumento di esecuzione e di apprendimento quando, entrambe le sue componenti, sono adeguatamente sviluppate.

Accanto alle componenti fisiche e coordinative assumono una rilevanza fondamentale anche i fattori cognitivi e motivazionali. Il livello delle prime determina quale sia il grado di utilizzazione delle seconde, il livello di quest’ultime esalta l’applicazione delle prime.

Ovviamente tale sviluppo deve privilegiare l’uno o l’altro aspetto, senza mai tralasciarne nessuno, assecondando i tempi riferibili alle fasi sensibili.

“Le Capacità Motorie sono elementi fondamentali della prestazione motoria e sportiva, sono presupposti per l’apprendimento motorio”(D.Blume)

NEUROFISIOLOGIA

Abbiamo affermato che le capacità coordinative rappresentano un aspetto delle capacità motorie, e nel loro insieme costituiscono un presupposto necessario per l’azione motoria grazie alla quale è possibile affrontare al meglio l’attività sportiva ma anche la vita quotidiana.

 La loro azione si estrinseca nei processi neurofisiologici di controllo, regolazione e trasformazione del movimento. Non solo, esse coinvolgono anche la sfera psichica perchè influenzano l’apprendimento motorio.

Le capacità coordinative dipendono dalla funzionalità del S.N.C. (Sistema Nervoso Centrale) e dai relativi processi informativi: ricezione, elaborazione e trasmissione delle informazioni propriocettive ed esterocettive. Tali funzioni vengono collegate, da alcuni autori, alla presenza dell’apparato senso-motorio, responsabile della integrazione informativa tra i vari sistemi percettivi. L’attuazione di un movimento è il risultato della complessa interazione di molteplici componenti, grazie ad essi è possibile:

  • l’attivazione temporale dei gruppi muscolari
  • l’inibizione di altri gruppi muscolari
  • il giusto dosaggio dell’impulso di forza e della velocità
  • la corretta direzione spaziale e il rispetto dei parametri temporali
  • il rispetto dell’equilibrio fisico e neuromuscolare.

In relazione a tali aspetti possiamo definire con il termine coordinazione quel sistema che consente di ordinare insieme più aspetti motori, in quanto consentono l’integrazione e l’interagire di tutte le forze interne ed esterne, per la soluzione di un problema.

 

Tutto questo avviene secondo la sequenza di due fasi fondamentali:

1)la Programmazione ossia la volontà di perseguire uno scopo stimola la decisione al movimento. Con essa vengono anticipati: i risultati finali, i risultati parziali e la linea di azione adeguata. E’ il programma teorico, l’immagine motoria del gesto, che si forma nelle aree associative della corteccia cerebrale.

2)l’Esecuzione cioè la trasformazione della fase teorica in atto motorio vero e proprio. L’azione reale che viene controllata dai gangli della base e dal cervelletto.

Il connubio tra queste strutture nervose sfocia nell’impulso motorio che giunge al neurone motorio del midollo spinale. E’ importante conoscere la successione di queste due fasi e la presenza di un aspetto teorico (mentale) del movimento. Già a tale livello, ancor prima che il gesto si attui, vengono attivati dei meccanismi che facilitano l’esecuzione:

  • attivazione dei motoneuroni relativi ai muscoli agonisti cui fa eco l’inibizione dei muscoli antagonisti.
  • attivazione sfasata dei motoneuroni quando occorre una contrazione graduale e omogenea
  • processi di regolazione fine dovuti alla pre-eccitazione dei fusi neuromuscolari e dei motoneuroni gamma.

Risulta perciò fondamentale, nel processo formativo, ampliare il bagaglio di esperienze motorie e che permetta, al soggetto, di poter affinare l’anticipazione mentale legata alla fase di programmazione di un movimento. Alle due fasi del processo coordinativo, precedentemente descritte, se ne aggiungono altre relative all’attività neurofisiologica che si svolge durante l’esecuzione motoria. Le informazioni propriocettive ed esterocettive, che arrivano ai centri nervosi durante la produzione del gesto, garantiscono l’azione di feedback (informazione di ritorno) che consente, entro certi limiti, di controllare e aggiustare il movimento durante la sua attuazione. Ciò è reso possibile dalla comparazione tra le informazioni provenienti dall’esterno, che informano sull’andamento effettivo del gesto rispetto agli esiti previsti, e le informazioni ricevute dal corpo proprio: posizione dei segmenti e loro spostamento (recettori articolari), stato di contrazione e di tensione muscolare (recettori muscolari e tendinei), stato di equilibrio (recettori vestibolari, plantari e visivi). Con tale intreccio di informazioni è possibile: essere coscienti della evoluzione del movimento rispetto allo scopo previsto; operare un controllo e una regolazione del gesto. Lo stesso procedimento di feedback si innesca al termine dell’azione motoria, in tal caso viene comparato l’esito finale con il programma iniziale con relative memorizzazioni positive e/o negative rispetto al tutto.

Tali funzioni sono intimamente legate al livello di coscienza-percezione del proprio corpo, quindi in stretta dipendenza con l’organizzazione dello Schema Corporeo.

E’ acclarato che l’agire dell’uomo si esprime sempre tramite azioni muscolari, è necessario tradurre nel “senso muscolare” anche le percezioni esterocettive.

Adeguare un lancio alla distanza percepita, adeguare una ricezione alla valutazione di una traiettoria implica la capacità di una fine regolazione muscolare e intermuscolare, in ogni singolo gesto, e una conseguente adeguatezza delle possibilità condizionali. In relazione a queste funzioni si realizza la capacità di: confronto tra aspetti percettivi e processo motorio – possibilità di correzione e aggiornamento dei movimenti stessi.

Da tali considerazioni si evince l’importanza delle capacità coordinative nel processo di apprendimento motorio; alcuni autori tendono a considerare quest’ultimo come una capacità coordinativa generale. Sembra che la capacità di apprendimento motorio abbia una fase sensibile tra i 10-13 anni, sembra inoltre proporzionale alla quantità di esperienze motorie maturate in precedenza.

Infine il livello delle capacità coordinative deve fare i conti con il costante accrescimento somatico, le variazioni delle proporzioni corporee richiede un continuo adattamento della regolazione motoria. Tale problema non è gravoso quando è supportato dal concomitante sviluppo delle capacità condizionali. In alcune fasi evolutive però, tale situazione non si verifica e l’individuo sembra perdere il livello qualitativo della coordinazione. Un momento critico in tal senso è l’inizio del periodo puberale. Ovviamente tali situazioni sono transitorie e tendono a scomparire grazie al riadattamento coordinativo e condizionale operato con l’educazione fisico-motoria.

CLASSIFICAZIONE

Definiamo le capacità coordinative come presupposti della prestazione motoria, determinati da processi di controllo e regolazione dei movimenti, che consentono a un individuo di esercitare con successo determinate abilità motorie e sportive.

La classificazione più recente di tali requisiti distingue tra:

1)Capacità coordinative generali

2) Capacità coordinative speciali

Le prime rappresentano la struttura di base del processo coordinativo, la loro caratteristica è di rimanere abbastanza stabili nel tempo. Il loro sviluppo avviene, nei primi anni di vita, attraverso l’evoluzione degli schemi motori di base. Successivamente si stabilizzano attraverso l’uso variato di quest’ultimi. Per tale motivo tutti gli individui, posseggono un livello minimo di coordinazione motoria, un livello che, quanto meno, consente l’espletamento della attività motoria di relazione (vita quotidiana) e nell’attività motoria ludica (tempo libero). Le capacità coordinative generali sono da considerare come requisiti motori diffusi e consolidati, esse fungono da base evolutiva per i livelli coordinativi  necessari a un livello di prestazione più sofisticato. Anche se individuate in alcuni ambiti specifici, esse sono interdipendenti perchè correlate alla funzionalità del sistema senso-motorio e all’intelligenza. Difficilmente una qualità umana agisce in modo indipendente, quasi sempre è in rapporto con altre qualità. Ciò è valido, ovviamente, anche per le capacità coordinative speciali: quando in una attività motoria si evidenzia l’azione di una specifica capacità coordinativa, sicuramente è possibile sottolineare il coinvolgimento di altre capacità che si collegano tra loro in particolari modalità.

Capacità coordinative generali ( Mainel)

Ci affidiamo alla classificazione di Mainel:

1 – Capacità di apprendimento motorio: si manifesta nell’acquisizione di gesti motori precedentemente non posseduti. E’ una condizione necessaria per l’assimilazione di svariati processi motori. Naturalmente è collegata alle capacità coordinative speciali con le quali ha un rapporto strutturale a circuito chiuso: più queste ultime si sviluppano e più migliora la capacità di apprendimento; ma se questa migliora tanto più si amplia il livello quantitativo e qualitativo delle prime.

La capacità di apprendimento, oltre essere una capacità coordinativa, dipende da tutto l’insieme delle capacità coordinative. (Blume)

In determinate attività motorie, la capacità di apprendimento, sarà legata principalmente ad alcune capacità specifiche piuttosto che ad altre. Ad esempio: nella pratica degli sport di squadra, in genere, prevalgono le capacità di orientamento, di reazione, di trasformazione dei movimenti; negli sport ginnico-compositori prevalgono le capacità di combinazione, di equilibrio, di ritmizzazione. Ovviamente abbiamo accennato alla prevalenza di alcune capacità specifiche su altre, non di presenza-assenza di dette qualità.

Un altro aspetto importante nella definizione della capacità di apprendimento è quello relativo all’apprendimento a prima vista. Esso si osserva prevalentemente nei bambini tra i dieci-dodici anni, si manifesta nell’assimilazione rapida di molte forme di movimento. (Mainel)

Se il fanciullo, negli anni precedenti, ha sperimentato molteplici situazioni motorie, creando così un repertorio vario e vasto, è in grado di apprendere forme di movimenti nuove costruite sugli elementi motori già acquisiti. Con tali requisiti si favorisce l’evoluzione della maestria motoria ossia l’improvvisa combinazione di elementi motori già acquisiti in precedenza, con immediata creazione di atti motori  di nuovo tipo. L’apprendimento a prima vista diviene espressione di una buona capacità di apprendimento motorio.

Ricordiamo infine che la capacità di apprendimento motorio si esplica attraverso tre fasi successive:

. fase della coordinazione grezza

. fase della coordinazione fine

. fase di stabilizzazione della coordinazione fine o disponibilità variabile

2 – Capacità di controllo motorio: si manifesta nella capacità di controllare l’esecuzione di un movimento che garantisca il raggiungimento dello scopo previsto. Presente in tutte le attività motorie è essenziale dove prevalgono le condizioni standardizzate, cioè in situazioni che richiedono grande precisione e costanza esecutiva. In essi l’espressione dominante è quella tecnica e l’applicazione prioritaria avviene per mappa rigida. Le capacità coordinative speciali più coinvolte in tale contesto sono quelle di: abbinamento e differenziazione del movimento.

3 – Capacità di adattamento dei movimenti: rappresenta la capacità di modificare il movimento in modo da adattarlo, se non proprio trasformarlo, ad una improvvisa variazione della situazione senza che vi sia cambiamento del risultato previsto. E’ presente prevalentemente nelle attività motorie caratterizzati da cambiamenti continui della situazione, il soggetto non può confidare su situazioni standardizzate ma è costretto all’adattamento delle proprie azioni. E’ tipica degli sport che si sviluppano per mappa elastica come quelli di squadra, di combattimento e di confronto. le capacità coordinative speciali al essi collegate sono quella di reazione e di trasformazione del movimento.

Come si è visto sopra, la capacità di apprendimento si basa sulla utilizzazione di programmi motori già esistenti di cui sia possibile il richiamo per fronteggiare situazioni nuove o parzialmente nuove. Quindi ogni apprendimento presuppone la fissazione, a livello del S.N.C., di memorie motorie richiamabili quando la situazione lo richiede. In relazione a ciò HIRTZ sostiene che: “ ..le capacità di controllo e adattamento del movimento, dipendono dalla capacità di apprendimento motorio.” Infatti se non vi è memorizzazione dell’elemento motorio, e con essa la possibilità di richiamarlo quando è necessario, manca una base di confronto con apprendimenti precedenti e quindi non sono possibili ne il controllo, ne l’adattamento dei movimenti. Questo tipo di collegamenti, rispetto alle acquisizioni precedenti e alla possibilità di fruirne-confrontarle-modificarle in relazione ad un nuovo compito, fanno della capacità di apprendimento, secondo alcuni autori, una delle più importanti capacità coordinative.

Le Capacità coordinative speciali ( D.Blume)

Le classificazioni richiedono una definizione netta che possa dare specificità ad ogni singolo elemento dichiarato. Questa situazione non è così matematica quando si parla di capacità coordinative. Abbiamo detto che esse, pur possedendo un’impronta di distinzione, sono difficilmente isolabili o utilizzabili separatamente, piuttosto si espandono l’una nell’altra senza presentare dei confini netti e precisi. Possono presentare una disposizione sequenziale per affinità, ma non si potrà dire che non concorrano ad agevolare e perfezionare l’azione reciproca all’interno del processo coordinativo.

Blume definisce sette capacità coordinative speciali; in esse possono essere evidenziate le caratteristiche essenziali attraverso le quali si realizza il controllo dei movimenti:

1 – Capacità di combinazione dei movimenti: capacità di ordinare opportunamente, in una struttura unitaria di movimento finalizzato, movimenti di segmenti del corpo (abbinamento), movimenti isolati (successione) o singole fasi di movimento. La sua importanza è evidente già nella definizione, essa rappresenta un presupposto essenziale per tutte le attività motorie, nessuna esclusa. Negli sport individuali o tecnico-compositori si esprime: nel collegamento costante dei vari segmenti corporei, nelle continue variazioni angolari, nelle molteplici modalità esecutive (slanci, spinte, torsioni), nella soluzione di problemi manipolativi riferibili all’uso di piccoli attrezzi. Negli sport di squadra si realizza tramite le tecniche atte al trattamento dell’attrezzo specifico in ambito variabile: ricezioni, passaggi, tiri, palleggi, dribbling.

In particolare si sviluppa grazie ai gradi di libertà degli arti, soprattutto quelli superiori, e alle possibilità di movimento che ne derivano: semplice, misto, combinato, simmetrico, alternato, incrociato, successivo, asincrono. Tale capacità sembra maggiormente collegata alla fantasia motoria e alla anticipazione.

2 – Capacità di orientamento: sottende la capacità di determinare e variare posizione e movimenti del corpo, parziali e totali, nello spazio e/o in riferimento a un oggetto in movimento. Essa include anche la capacità di adattamento temporale, cioè la necessità di padroneggiare diverse situazioni spaziali, o diverse traiettorie, in cui diventa necessario variare i ritmi esecutivi  e le velocità di spostamento. Negli sport di squadra trova i massimi ambiti applicativi in quanto deve controllare una molteplicità di situazioni: movimenti degli avversari, dei compagni, spostamenti della palla, aggiustamenti personali verso lo spazio e la palla. A tal proposito è bene ricordare che anche solo una variazione tattica può determinare una rimodulazione ed un riadattamento improvviso e necessario per far si di rispondere in modo consono ed efficace. Negli sport individuali o tecnico-compositori, l’orientamento è relativo all’uso di grandi attrezzi o ai cambiamenti di posizione del corpo: rotazioni, ribaltamenti, avvitamenti eseguiti su tutti gli assi. E’ strettamente legata alla capacità di equilibrio.

3 – Capacità di differenziazione: è relativa al controllo fine del movimento, si esprime attraverso una grande economia e precisione gestuale. Alla base sottende una buona percezione cinestesica che consenta una esatta percezione dei parametri dinamici e spaziali del movimento eseguito ed anche il rispetto dell’immagine mentale dello stesso. Assume un ruolo importante nelle fasi di perfezionamento e stabilizzazione dei movimenti e nella applicazione degli stessi. In tale caso parliamo di differenziazione dinamica che si esprime nel senso di movimento, nella capacità di manipolazione fine degli oggetti (es. senso della palla) e nella capacità di destrezza fine.

Quindi tale aspetto incide sulla qualità e correttezza esecutiva di qualsiasi azione motoria; anche l’attitudine al rilassamento muscolare è un aspetto di questa capacità.

Un’altra sua espressione è la differenziazione spazio-temporale che riguarda i parametri del movimento. Grazie ad essi è possibile attuare un controllo preciso del gesto:

– parametri spaziali-cronologici consentono di dare un ordine sequenziale alle parti segmentarie di un movimento finalizzato.

– parametri temporali invece permettono la giusta sequenza ritmica esecutiva con la quale si agevola la contrazione-decontrazione muscolare; la giusta scansione dinamica segmentaria riferita al concetto di prima-dopo, veloce-lento, ecc.

Gli aspetti spaziali-temporali non agiscono separatamente ma tendono sempre ad integrarsi: reagire ad una percezione spaziale significa anche mettere in atto la funzione temporale, questa regolerà il gesto di approccio o di risposta alla situazione percepita. La capacità di differenziazione appare importante sotto diversi aspetti che garantiscono l’esatta esecuzione motoria:

  • mantenimento o sfumatura dei movimenti
  • idonea tensione/decontrazione muscolare
  • precisione esecutiva
  • economicità del gesto
  • regolazione dinamica del gesto
  • regolazione spazio-temporale del gesto

Tutti questi aspetti richiedono interventi educativi mirati in relazione alle attività praticate. Questa cura, nei confronti della capacità, è importante perchè con essa si denota il carattere motorio individuale e i ritmi personali di movimento. In poche parole: si concorre alla formazione dello stile individuale.

4 – La capacità di equilibrio: consiste nella capacità di mantenere, controllare e ripristinare l’equilibrio in situazione statica, dinamica e di volo. La sua importanza è fondamentale in tutte le espressioni motorie umane. L’equilibrio statico, strettamente collegato col senso di posizione, è base imprescindibile per le attività eseguite in tutte le posizioni e soprattutto nelle stazioni inverse. Ad esso si collega l’educazione alla esatta percezione delle informazioni provenienti dall’analizzatore cinestesico e in parte da quello vestibolare. Quest’ultimo diventa di grande importanza nelle situazioni di equilibrio dinamico, soprattutto quando è caratterizzato dalla presenza di: accelerazioni, rotazioni, ampi spostamenti. Entrambi i canali percettivi si integrano poi, nell’equilibrio di volo. In esso la percezione relativa al senso di posizione, viene continuamente sollecitata dalle modificazioni relative: alla mancanza di appoggio, alla presenza di movimenti angolari, al problema del ripristino dell’equilibrio nell’attimo di arrivo al suolo.

In sintesi: la capacità di equilibrio assume importanza, in tutte le attività motorie, perchè ogni sollecitazione modifica, o mette in crisi, la situazione di equilibrio che deve essere subito ripristinata. Spostamenti veloci, esecuzioni tecniche particolari (anche in caduta), lavoro su basi di appoggio limitate, azioni di forze esterne tendono a disturbare costantemente l’esecuzione programmata dall’individuo. In ogni attività motoria vi saranno caratteristiche principali e secondarie riferibili all’equilibrio, esse caratterizzano la specificità di ogni sport e richiedono allenamenti speciali.

5 – Capacità di reazione: consiste nella rapida esecuzione di una azione motoria, opportuna e tempestiva, in risposta a un segnale particolare che richiede un intervento di breve durata. La caratteristica di brevità è dovuta alla natura stessa del gesto di “reazione”, se la durata fosse ampia saremmo di fronte ad una normale azione motoria progettata. I segnali di riferimento sono prevalentemente ottici, riguardano sport di squadra, sport di combattimento e di confronto, e contengono svariate informazioni: movimenti degli/del avversari/o, movimenti dei compagni, spostamenti dell’attrezzo di gioco. possono essere validi anche segnali acustici o cinestesici, i primi li ritroviamo nelle partenze (corsa veloce, nuoto), i secondi li possiamo ritrovare in alcuni sport di combattimento (judo, lotta). L’alta specializzazione rende gli atleti abili nella reazione a stimoli molteplici (ad esempio nei giochi di squadra), oppure li rende abili a scegliere un segnale fra tanti ( es. nel pugilato ). Vi è anche un aspetto tattico da sottolineare, infatti gli avversari possono emettere segnali falsi per nascondere le reali intenzioni di movimento, confondere la percezione o semplicemente ritardarla. Questa riflessione è importante perchè sottolinea l’importanza di questa capacità che, di fatto, viene allenata in tutti gli sport:

– viene allenata come reazione semplice nell’atletica, nuoto, canottaggio.

– viene sviluppata in modo enorme negli sport di confronto attraverso la tecnica delle finte e la tattica collettiva.

La Capacità di reazione è proporzionale alla qualità e quantità della capacità motorie e, soprattutto, all’esperienza maturata. Deve essere esercitata in modo diversificato in relazione al tipo di situazione in cui dovrà essere utilizzata.; anche nella vita quotidiana, vita di relazione, vi sono moltissime situazioni in cui si fa uso di tale capacità, ovviamente le modalità tecniche sono meno evolute rispetto a quelle sportive.

Si collega principalmente alla capacità di trasformazione e alla rapidità di movimento.

6 – Capacità di trasformazione: E’ simile, in senso più specifico e raffinato, alla capacità generale di adattamento. Consiste nella capacità di modificare o trasformare un gesto motorio, qualora vari la situazione di partenza per la quale il gesto era stato programmato. Si parla di semplice modificazione, quando il gesto deve variare leggermente in conseguenza alla difficoltà esecutiva: situazione del terreno, della superfice di lavoro, del tipo di attrezzo usato, ecc. In tal caso resta invariato il programma d’azione, vengono variati i parametri spaziali, temporali e dinamici del gesto iniziale. Si parla invece di trasformazione vera e propria quando variazioni ampie e notevoli della situazione motoria, impongono di cambiare il progetto motorio iniziale se non, addirittura, di interromperlo per sceglierne un altro. In tale caso il gesto deve possedere delle possibili varianti esecutive o delle possibilità di arresto esecutivo.

Questa capacità è legata in modo proporzionale alla esperienza motoria, richiede rapidità e precisione percettiva (anticipazione motoria), in relazione all’andamento della situazione, che consentano di modificare l’azione programmata o di proseguirla in modo differente.

E’ collegata alla capacità di reazione, di orientamento ed è fondamentale nel complesso delle capacità di gioco.

7 – Capacità di ritmo: E’ un aspetto della funzione temporale che si esplica nell’ambito percettivo degli intervalli brevissimi. Consente di comprendere un ritmo esterno o interno e di riprodurlo nei propri movimenti (ritmi interiorizzati) oppure  in movimenti imposti (ritmo oggettivo). Importante anche la comprensione delle strutture ritmiche, soprattutto nella distribuzione degli accenti forti-deboli, per la traduzione che avviene a livello neuromuscolare (contrazione-decontrazione). La percezione ritmica si avvale dei canali uditivo, visivo e cinestesico:

– il primo consente l’adeguamento a ritmi forniti acusticamente e sui quali bisogna adattare o collocare l’esecuzione motoria.

– il secondo permette l’analisi ritmica derivante dalla visione di un determinato gesto motorio.

– il terzo permette l’aggiustamento ritmico, a livello del corpo sentito, grazie alla contrazione-decontrazione muscolare. Quest’ultimo aspetto è importante per l’apprendimento motorio e per l’esecuzione motoria, infatti è indispensabile avere un modello interiorizzato, sotto forma di immagine motoria, che si basato sulle informazioni cinestesiche. In tal modo viene evidenziata la correlazione esistente tra comprensione di un ritmo motorio e la sua riproduzione. E’ quella che la TEICHERT chiama: “Sensibilità ritmica e capacità di rappresentazione motoria”.

 

Un’ultima capacità coordinativa viene evidenziata da Mainel nella fantasia motoria, l’affrontiamo alla fine perchè si realizza grazie all’intervento di tutte le capacità motorie e all’intervento dell’azione intellettiva. E’ strettamente legata all’esperienza motoria e richiede un elevato grado di anticipazione. Il riscontro a livello di memoria motoria, permette di immaginare forme di movimento mai realizzate, l’anticipazione permette invece di tramutare tali forme in azioni motorie programmate con la consapevolezza di predirne il risultato (motivazione alla creazione). Come si esplica, dunque, tale capacità? Essa consente di programmare in modo originale delle risposte motorie, oppure di variarle per creare nuove forme di movimento.

P. S. Fabrizio Tafani attualmente è preparatore atletico della Fiorentina. Nel suo curriculum esperienze come allenatore nel settore giovanile Orvietana Calcio; Preparatore atletico Orvietana Calcio 1° squadra (eccellenza/serie D); allenatore e preparatore atletico Usd Tor di Quinto (Roma). Come preparatore atletico professionista vanta esperienze presso le seguenti società: Piacenza; Chievo Verona; Brescia; Sampdoria; Palermo; Udinese; Sassuolo; Empoli e da ultimo Fiorentina.  Fabrizio Tafani è in possesso di Diploma Isef, di Laurea in scienze motorie, di aurea specialistica in scienze e tecniche dello sport. E’ Allenatore Uefa B e Preparatore Atletico Professionista

 

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