La nostra Storia
![]() Gruppo Provinciale di Viterbo |
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40 ANNI D’ IMPEGNO E PASSIONE 1979 – 2019 |
Pubblicazione edita in occasione del quarantesimo anniversario della costituzione della Sezione di Viterbo dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio. Testi raccolti da Otello Settimi, ultimo depositario degli atti amministrativi ma soprattutto memoria storica dell’Associazione. Coordinamento di Massimiliano Mascolo. Per il materiale fotografico, un grande ringraziamento va a Gabriele Sarchi, meglio conosciuto come “Pigia-Pigia”.
Indice:
- Saluto di Renzo Ulivieri
- Saluto di Sergio Roticiani
- Saluto di Giuliano Ragonesi
- Presidenti AIAC Nazionale
- Presidenti_AIAC_Viterbese
- Nascita AIAC Viterbo
- Presentazione di Otello Settimi
- Presentazione di Leandro Mucciante
- Visita di Silvio Piola a Viterbo
- Testimonianze del lavoro di Leandro Mucciante
- I Primi Passi
- Presentazione di Massimo Quintarelli
- Presentazione di Bruno Fiata
- Relazione tecnica di Otello Settimi nel 1982
- Gli anni novanta
- Presentazione di Mauro Lucarini
- Presentazione di Luciano Siddi
- Presentazione di Ennio Cuccuini
- Presentazione di Enzo Tribolati
- Marcello Lippi a Viterbo
- Gli anni duemila
- Presentazione di Enrico Centaro
- Premio Etrusco a Rino Gattuso
- Presentazione di Fabrizio Ercolani
- Poesia di Franco Sabatini
- Presentazione di Luigi Taddeucci
IL SALUTO DI RENZO ULIVIERI, PRESIDENTE NAZIONALE DELL’A.I.A.C.
E’ con piacere che voglio ricordare i quarant’anni della costituzione del Gruppo provinciale di Viterbo ai cui dirigenti, al di là dei rapporti associativi, mi legano sentimenti di profonda amicizia.
Al suo presidente Otello Settimi e a tutti i colleghi del Gruppo voglio esprimere parole di elogio per il prezioso connubio instaurato tra i locali organi federali e gli associati.
La dinamicità di questo sodalizio si è evidenziata con la sua costante presenza e assistenza a favore degli allenatori, ed ha permesso di conseguire sul campo numerosi apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori.
Con l’occasione esprimo a tutti i più sinceri auguri di buon proseguimento, ringraziando quelli che quotidianamente hanno contributo e contribuiscono ad elevare il prestigio dell’Associazione.
In più occasioni ho avuto modo di riscontrare, anche personalmente, la presenza e l’attenzione che viene riservata per la soluzione dei vari problemi, assistendo a molte iniziative, tra le quali resta di spicco l’ormai noto premio annuale “Etrusco”, attestato di riconoscimento che viene assegnato agli allenatori che si sono imposti nel corso della stagione sportiva.
In conclusione, non mi resta che ribadire la disponibilità dell’A.I.A.C. e mia personale per ogni necessità dell’ormai “ultra maggiorenne” Gruppo di Viterbo.
IL SALUTO DI SERGIO ROTICIANI, PRESIDENTE REGIONALE DELL’A.I.A.C.
Otello Settimi “un uomo solo al comando”: mai definizione fu più azzeccata. Otello raffigura nel nostro mondo degli allenatori di calcio un esempio di longevità che non ha eguali. Credo che solo Giuliano Ragonesi storico Segretario dell’A.I.A.C., anche lui figlio del fertile vivaio viterbese, può vantare una militanza più lunga in seno all’Associazione. Otello, che conosco da molti anni, è una persona alla quale affidarsi nei momenti di difficoltà, competente nel risolvere problemi sia di natura tecnica che amministrativa in un ambiente calcistico complesso e in perenne evoluzione. Noi allenatori del Lazio, che io mi sento di rappresentare in qualità di Presidente regionale dell’A.I.A.C., nutriamo nei suoi confronti affetto e stima, riconoscendogli qualità umane e professionali che fanno del Gruppo viterbese un modello da esportare.
IL SALUTO DI GIULIANO RAGONESI,
DIRETTORE GENERALE DELL’A.I.A.C.
L’A.I.A.C. di Viterbo festeggia il quarantesimo anno dalla sua costituzione, ed il pensiero ci riporta ovviamente a colui che è stato l’artefice della sua costituzione: Otello Settimi, oggi geloso custode di una organizzazione provinciale molto apprezzata.
Sono stato personalmente testimone dell’inizio di questa splendida avventura, in quanto nel lontano 1979 questo giovane allenatore mio coetaneo si rivolse alla nostra segreteria di Coverciano per avere indicazioni sulle procedure per realizzare in provincia qualcosa che potesse aggregare una categoria all’epoca molto disunita e lontana da interessi comuni.
Lo indirizzai allora al cavalier Giuseppe Banchetti, un “guru” degli allenatori del Lazio, socio fondatore dell’A.I.A.C. e in quel tempo vice presidente dell’Associazione. Dai suoi consigli e dall’apporto del gruppo regionale laziale, per Settimi fu facile muovere i primi passi e chiedere l’adesione dei pochissimi allenatori abilitati nella provincia, i quali parteciparono con grande slancio.
Nel tempo si sono riscontrati nel gruppo provinciale elementi di crescita in termini di adesione e di attività, oltre che una continua assistenza agli associati sul piano normativo e contrattuale. E’ noto soprattutto l’appuntamento annuale per la consegna del premio Etrusco, oggi fiore all’occhiello dell’organizzazione e forte di una consolidata tradizione. L’augurio dell’A.I.A.C. – e mio personale – è quello di formulare al consiglio direttivo provinciale, e ad Otello Settimi, un caloroso augurio di buon lavoro e un incitamento a proseguire la vita associativa con lo stesso slancio e le stesse motivazioni dimostrati nel corso di questi primi quarant’anni.
I Presidenti dell’A.I.A.C. Nazionale
![]() Ernesto Corigliano dal 1966 al 1971 |
![]() Fulvio Bernardini dal 1972 al 1974 |
![]() Luigi Del Grosso dal 1975 al 1976 |
Giuliano Zani dal 1977 al 1988 |
Pierangelo Pasero dal 1989 al 1994 |
Azeglio Vicini dal 1995 al 2003 |
Renzo Ulivieri dal 2004 |
I Presidenti dell’A.I.A.C. Viterbese
Leandro Mucciante dal 1979 al 1983 |
Luigi Taddeucci dal 1984 al 1989 |
Ennio Cuccuini dal 1990 al 1993 |
![]() Otello Settimi dal 1994 |
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La Nascita Dell’Associazione (1966- 1978)
L’Associazione Italiana Allenatori di Calcio si è costituita a Roma il 19 settembre 1966. Principale promotore fu l’avvocato Ernesto Corigliano, dirigente sportivo di Cosenza, che ne è stato anche il primo presidente. Alla riunione costitutiva parteciparono Scopigno, Pugliese, Lucchi, Trillò, Malinconici, Piacentini, Acconcia, Del Morgine, Collesi, Crociani, Caciolini e tanti altri.
La prima assemblea ordinaria si è tenuta il 20 giugno 1967, a Firenze. Fulvio Bernardini venne eletto presidente, Corigliano fu nominato segretario, e i primi consiglieri furono Collesi, Del Grosso, Mazzetti, Montanari, Piacentini, Rocco e Scopigno.
La sede, in origine a Cosenza, è stata trasferita a Genova nell’estate del 1968 e a Coverciano, presso il Centro Tecnico federale, nel gennaio 1973, su iniziativa di Fulvio Bernardini, allora presidente dell’Associazione.
Fin dall’inizio della sua attività, l’Associazione si è proposta la maggiore valorizzazione della professione dell’allenatore, la rappresentanza e l’assistenza degli associati nelle vertenze, lo studio di forme previdenziali e assistenziali, ogni iniziativa favorevole alla categoria e ai singoli associati.
Nel giugno del 1973, con l’approvazione della legge 366 detta della mutua assistenza, l’Associazione ha ottenuto il riconoscimento dello stato giuridico a favore della categoria, diventando di fatto la controparte di Federazione e Leghe in rappresentanza dei tecnici iscritti.
Storico segretario (dal 1982) e attuale direttore dell’A.I.A.C. è il viterbese Giuliano Ragonesi.
Condensare in poche righe quanto fatto dall’Associazione in oltre cinquant’anni di cammino è praticamente impossibile. Dall’estensione agli allenatori professionisti del fondo di accantonamento per l’indennità di fine carriera ai corsi periferici per istruttori giovanili, dall’istituzione dell’Unione Europea degli Allenatori di Calcio a quella dell’Albo Professionale per i tecnici, dagli accordi con le Leghe all’ottenimento del diritto di partecipazione attiva al governo del calcio, dall’assistenza legale gratuita ai soci fino all’organizzazione dei corsi di base.
E a Viterbo? Nella Tuscia, soprattutto per la mancanza di corsi di qualificazione, la patente ufficiale di “allenatore” è rimasta per molti anni un sogno quasi impossibile da coronare.
Sfogliando l’Albo dei tecnici, pubblicato nel 1969 dalla stessa Federcalcio, si scorrono i nomi di 328 allenatori di prima categoria, 15 direttori tecnici, 234 allenatori di seconda categoria, 2158 di terza categoria, 249 aspiranti allenatori, 3 allenatori stranieri, 324 medici sociali e 258 massaggiatori.
Ebbene, in questo esercito di oltre 3500 persone, la nostra provincia era rappresentata da quattro allenatori di terza categoria (Sergio Andreoli, Renato Fioravanti, Franco Rempicci, Remo Santini), tre aspiranti allenatori (Marcello Calevi, Carlo Natali, Alessandro Pompei), tre medici (Giuseppe Frangipane, Mario Mezzera, Mario Prosperoni) e due massaggiatori (Domenico Duri e Rodolfo “Toto” Mecarini). Dopo un paio di stagioni si unirono al gruppetto anche Igino Brugiotti, Otello Settimi, Salvatore Di Paola e Titta Giorgi.
Pochi anni dopo, la Federcalcio inviò il grande Silvio Piola a Viterbo, per tenere un breve corso di aggiornamento. Ma ancora nell’ottobre 1974, come testimonia il ritaglio qui pubblicato, il quotidiano Il Tempo raccoglieva le preghiere di un nutrito gruppo di aspiranti che non avrebbero potuto seguire corsi tenuti in località lontane da Viterbo.
Una considerazione che pian piano fece breccia nei dirigenti federali, tanto che Viterbo ebbe un primo corso nel 1977, seguito da un altro nel 1979, quando la sezione dell’A.I.A.C. aveva già mosso timidamente i primi passi.
![]() Ho conseguito il tesserino da allenatore quando stavo ancora giocando. Parliamo del 1972: mi iscrissi al corso di Orvieto, istruttore il grande Silvio Piola. Ma abitavo e lavoravo a Viterbo e chiesi allora in Federcalcio se ci fossero in città uffici dell’Associazione Allenatori, che si era da poco ristrutturata. Nessuno ne sapeva niente: qualcuno mi fece il nome di Sergio Andreoli, indimenticabile terzino della prima Roma Campione d’Italia e allenatore di tante squadre della Tuscia. Ma tutto si fermò lì. Passarono gli anni, a Viterbo il numero degli allena tori era sempre piuttosto ridotto. Alla fine, riuscii a parlare con Giuliano Ragonesi, nostro concittadino e già a quei tempi colonna dell’Associazione, che mi indirizzò da Giuseppe Banchetti, storico allenatore che fu anche a Viterbo in serie C, responsabile e fondatore della sezione regionale laziale insieme con Sergio Caciolini. Banchetti mi dette alcune informazioni, prese nota della volontà di qualcuno di aprire una sezione viterbese, e si mise a disposizione. Otello Settimi |
Quando nel 1979, insieme ad un piccolo gruppo di amici allenatori, decidemmo di aprire la sezione viterbese dell’Associazione, fu facile individuare i problemi di cui avremmo dovuto occuparci. Quella dei tecnici era la categoria più bistrattata, soprattutto nelle serie minori, visto che l’allenatore esonerato non poteva più andare in panchina per tutto l’anno e non c’era obbligo di incaricare allenatori federali in tutte le categorie. Ricordo che raccogliemmo l’appoggio di Igino Achilli, presidente della sezione provinciale dell’Associazione Arbitri, che ci concesse l’uso di una parte della loro sede a piazza delle Erbe. Le prime iniziative non furono solo di carattere per così dire sindacale (e quindi combattere l’abusivismo e assistere gli associati), ma anche di natura formativa e di aggiornamento. Proprio con gli arbitri lo scambio di opinioni ed esperienze era pressoché continuo, mentre sul piano della preparazione professionale organizzammo incontri con un esperto di fisioterapia e traumatologia come Angelo Cavalli, e con un serio e preparato allenatore dei portieri come l’ex nazionale Leonardo Costagliola. Convinti ora come adesso che specie i più giovani calciatori debbano essere affidati a tecnici esperti e qualificati, cominciammo a premere perché fosse reso obbligatorio l’uso di allenatori federali nei settori giovanili. Ricordo anche una visita a Roma, presso un qualificato NAGC gestito da Ermete Patriarca, per studiarne i metodi di allenamento e selezione. Qualche difficoltà la incontrammo nel farci ascoltare dagli organi centrali, per evitare che I primi anni di vita dell’A.I.A.C. a livello provinciale sono stati molto intensi: non vorrei dimenticare le prime edizioni del premio Etrusco, la Pasqua dell’Allenatore e altre iniziative che miravano soprattutto ad allargare la base degli aderenti. Ho sempre pensato che a piccoli passi, ma inesorabilmente, saremmo progrediti. Credo che i fatti, e il compleanno che celebriamo, mi abbiano dato ragione. Leandro Mucciante |
La visita a Viterbo di Silvio Piola all’inizio degli anni ’70: qui è ritratto con (da sinistra a destra) Sergio Andreoli, Domenico Mancinelli, Igino Achilli, Edilio Mecarini, Antonio Bottini ed Ezio Croce. Qui a fianco, l’articolo del quotidiano Il Tempo (ottobre 1974) che reclamava l’organizzazione di un corso allenatori nella nostra città. E ancora, Angelo Cavalli relatore al primo appuntamento ufficiale organizzato dalla Sezione viterbese, e le firme dei partecipanti. |
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Nella foto a colori: il clinic di aggiornamento allo stadio di Viterbo con Leonardo Costagliola e una trentina di attentissimi “allievi” (giugno 1980). Nella foto in bianco e nero, Leandro Mucciante consegna il premio di miglior giocatore del torneo Grossi-Morera del 1980 a Leonardo Surro della Lazio. |
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Testimonianze del lavoro di Leandro Mucciante come presidente della Sezione e del consiglio direttivo da lui guidato. Nelle tre lettere troviamo: la distribuzione delle cariche, l’orario di apertura della sede (concessa dagli arbitri viterbesi) e il programma della Pasqua dell’Allenatore 1981.
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La data è quella del sette dicembre 1979, alle ore 19. Il luogo, la sala Don Mario Gargiuli, vicino santa Maria Nuova, a Viterbo. Il relatore, un terapista bravissimo e concittadino, Angelo Cavalli, per molti anni attivo soprattutto nel mondo del tennis, ai più alti livelli.
Nella foto che lo ritrae, unica testimonianza di quella serata, ci sono anche (sul retro) le firme degli allenatori che parteciparono, e che sono da considerare i primi iscritti della sezione viterbese dell’A.I.A.C. C’erano già Settimi, Taddeucci, Mucciante, Sabatini, Cencioni, Ronchetti, Fiata: nomi che ritroveremo spesso nel corso di questi 40 anni. E poi Cipriani, Marconi, Spano, Rempicci, Poleggi, Pisutu, Aquilani, Di Paola: In tutto venti partecipanti a porre le basi per l’attività futura. Nel 1980 venne organizzata la prima edizione della Pasqua dello Sportivo, alla presenza del Vescovo di Viterbo del tempo, monsignor Luigi Boccadoro.
L’Associazione fu parte attiva anche nella seconda edizione del torneo Grossi-Morera, che per oltre dieci anni rappresentò una passerella di alto livello delle forze calcistiche giovanili, italiane e straniere.
Erano gli allenatori della Tuscia a decretare il vincitore del trofeo di miglior giocatore (oggi si direbbe MVP) del torneo. Sempre al Grossi-Morera è legato un altro ricordo prezioso: la consegna del “Leone d’Oro” a Vincenzo Guerini, il calciatore costretto a interrompere molto presto una promettente carriera e poi diventato tecnico di prim’ordine: all’inizio degli anni ’80 si stava facendo le ossa nelle giovanili della Fiorentina, e premiarlo significava prima di tutto esprimere un gesto di vicinanza e di incoraggiamento.
Un’altra foto significativa è quella del seminario tenuto a giugno 1980, allo stadio di Viterbo non ancora intitolato ad Enrico Rocchi. C’è Leonardo Costagliola, in maglietta e calzoncini: l’ex portiere della Fiorentina e della Nazionale, poi allenatore di tante squadre tra serie B e serie C, è attorniato da ventotto allenatori-allievi-calciatori-dirigenti (c’è anche Domenico Mancinelli, non ancora presidente della Federcalcio provinciale ma assessore comunale allo Sport) in un allegro carosello di esperienze e fasce d’età.
La Sezione prova a diventare adulta, esce dai confini provinciali per favorire lo scambio di esperienze: nel 1981 ripete l’esperienza della Pasqua dell’Allenatore, e nell’anno del Mundial produce “in proprio” una prima dispensa tecnica, compilata da Settimi, dal titolo “Preparazione del settore giovanile – comportamento e situazioni tattiche”. Il 1983 è l’anno della prima edizione del trofeo Etrusco. L’idea è quella di consegnare un piccolo riconoscimento agli associati che hanno vinto il campionato nella stagione conclusa.
La clausola chiave è questa: “Il Consiglio Direttivo, prima di assegnare il premio, si riserva di verificare se gli allenatori abbiano tenuto un comportamento rispondente ai principi di lealtà sportiva”. Ed è una clausola che alcune volte (non molte, a dire il vero) ha portato anche alla non assegnazione del premio.
Come premio viene scelta la riproduzione di una statuetta etrusca, chiamata “Ombra della Sera”, e prodotta appositamente in un laboratorio artigiano di Volterra, la cittadina dove l’originale viene custodito al museo Guarnacci.
“Ombra della Sera” è considerata la “gioconda” dell’arte etrusca, con lo sguardo enigmatico e il dubbio ormai irrisolvibile sul personaggio che dovrebbe raffigurare. Per la scelta fu decisivo il parere del compianto Renato Ronchetti. Per quella prima edizione i vincitori sono Luciano Anselmi del Fabrica di Roma, Otello Settimi del Blera e Luciano Siddi della Viterbese Under 19. Premi consegnati senza molta pubblicità, tanto che l’unico ritaglio di giornale che rilancia la notizia sbaglia anche clamorosamente il titolo, attribuendo il premio all’Associazione Arbitri….Un piccolo aneddoto: il premio doveva “iniziare” l’anno precedente, ma a vincerlo sarebbero stati Poleggi e Quintarelli, che in quanto promotori dell’iniziativa preferirono rinunciarvi. All’inizio del 1984 Leandro Mucciante passa il testimone a Luigi Taddeucci che affronta con energia il nuovo compito.
Resta agli atti una lettera di protesta inviata ad un periodico viterbese in difesa degli allenatori della Viterbese, che in quel periodo stava affrontando una drammatica crisi di risultati. La seconda edizione del premio Etrusco va a cinque allenatori: Franco Sabatini, Ezio Piacentini, Vittore Pisutu, Giampiero Buffetti e Furio Piccoli, e a fianco della Sezione cominciano a scendere in campo anche gli sponsor, anche se la manifestazione tende a restare una riunione di amici senza l’intenzione di occupare grandi spazi.
Sempre al 1984 risale la pubblicazione di una lista ufficiale (la potete trovare nella parte fotografica) degli allenatori abilitati di Viterbo e provincia. Le poche unità di quindici anni prima sono diventate quasi novanta: un progresso di cui essere orgogliosi. L’attenzione ai settori giovanili provinciali viene rafforzata con l’organizzazione di un torneo riservato a squadre di esordienti e che si svolge nel marzo del 1985.
Sul piano della formazione tecnico-tattica, momento rilevante (siamo nella primavera del 1986) è la lezione di Roberto Clagluna, reduce dalle esperienze nella massima serie con la Lazio, la Roma (al fianco di Sven Goran Eriksson) e il Como.
Lo scomparso Clagluna è stato nel corso degli anni un vero amico del gruppo di allenatori viterbesi, in particolare di Scala e Settimi che due volte la settimana andavano a seguirne le lezioni allo stadio Flaminio. Altro personaggio che ha avuto stretti contatti con i tecnici della Tuscia è stato Gianni Martorelli, sulle cui dispense si sono formati parecchi allenatori della zona. E, tra i grandi nomi transitati a Viterbo negli anni ’80, non si può dimenticare Gustavo Giagnoni, autore di un applaudito intervento alla sala conferenze dell’Amministrazione Provinciale quando allenava il Cagliari.
Le riunioni del direttivo si decise di tenerle rigorosamente ogni primo lunedì del mese, cambiando ogni volta luogo di riunione: e quale sede migliore poteva esserci se non un ristorante? In quelle location il nostro indimenticato Ronchetti, fine dicitore calcistico e “grande degustatore”, terminava sempre l’incontro conviviale con un piatto di bucatini cacio e pepe accompagnati da “una brocca di bianco frizzante, che aiuta a digerire”: e alle mie dubbiose contestazioni in merito mi zittiva con un romanesco “sei de paese!”. La sua simpatia faceva il paio con quella di Franco Sabatini, capace come pochi di impersonare i protagonisti dei suoi racconti sportivi e non, la cui narrazione sfiorava la realtà. Infine, Taddeucci e Settimi: il primo fu presidente di lungo corso dopo la gestione di Mucciante, si distingueva nelle discussioni per la pacatezza nei modi e una partecipata ed attenta riflessione prima delle decisioni finali. Il secondo prese il posto di Taddeucci dopo mie lunghe insistenze per convincerlo di essere adatto a quel ruolo, durante gli innumerevoli viaggi che eravamo soliti fare a Roma o a Coverciano a partire dal 1988, da componenti del comitato regionale, finché nel 2013 non ho chiuso con la partecipazione attiva ai direttivi. La mia insistenza di allora è stata ripagata dal grande lavoro svolto da Otello in tutti questi anni, con grande pazienza, competenza e passione, e che ha portato l’A.I.A.C. di Viterbo ad esistere tutt’oggi. Grazie, Otello Settimi. Massimo Quintarelli |
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![]() Anno 1996: Giuseppe Poleggi riceve l’Etrusco dalle mani di Giancarlo De Sisti. A seguire, Ragonesi, Sabatini e Settimi insieme con un grande personaggio del calcio viterbese: Giovanni Patara (il primo a destra), istruttore di centinaia di giovani calciatori. Le due formazioni sono quelle schierate dall’A.I.A.C. viterbese a Rieti e Tuscania in occasione di tornei intersezionali. |
![]() La volontà e l’impegno hanno caratterizzato l’avvio di una Associazione che ha raggiunto i suoi primi 40 anni di vita. Voglio rivolgermi a quei ragazzi, miei compagni di un viaggio bellissimo, che nel 1980 hanno avuto il coraggio di sfidare il qualunquismo, per dare vita a qualcosa che oggi è diventato punto di riferimento per tanti; che sono partiti con poco per realizzare tanto con umiltà, umiltà, umiltà, ma la consapevolezza che seppur lontana e complessa era una vetta da conquistare. Bruno Fiata |
Il 1989 fu l’ultimo della presidenza Taddeucci. A lui subentrò Ennio Cuccuini, che “debuttò” a dicembre del 1990 con la nuova edizione del premio Etrusco, ospite d’onore Francesco Rocca, il popolare “Kawasaki”.
Nel maggio del 1991 due allenatori viterbesi vennero chiamati a fare parte del gruppo dirigente della sezione laziale dell’A.I.A.C.: Massimo Quintarelli fu eletto tra i revisori dei conti, ed Otello Settimi tra i probiviri. L’opera del nuovo gruppo dirigenziale è improntata alla ricerca della concordia all’interno dell’Associazione, alla cancellazione del clima di conflittualità che sembrava minare tutte le iniziative, alla caccia di nuove adesioni per consolidare il gruppo provinciale.
Il rinnovo delle cariche sezionali, nel gennaio 1992, portò all’elezione di questo consiglio direttivo: Presidente Ennio Cuccuini, vice presidente Giampiero Buffetti, segretario Mauro Lucarini, consiglieri Franco Sabatini e Cesare Rondini, revisori dei conti Cerasa e Bozzini, probiviri Taddeucci e Alverio Rossi. Il problema della sede venne temporaneamente risolto “piazzandola” a casa di Mauro Lucarini. Quest’ultimo ha ricoperto un ruolo importante nell’Associazione, al di là delle cariche ufficiali, perché ha promosso in modo efficace il tesseramento nei vari centri della provincia.
Intanto proseguiva la lunga serie di premiati con l’Etrusco, tanto che nel 1993 la sezione decise di pubblicare un elegante opuscolo in occasione della cerimonia ufficiale. Questi i vincitori dei primi anni Novanta:
1990/91: Vincenzo Ceripa, Daniele Marconi, Guido Adolini, Luigi Marchetti, Franco Dei Svaldi, Fernando Fumagalli, Tonino Salvatori, Mimmo Casantini.
1991/92: Luciano Siddi, Roberto Pragliola, Lorenzo Epistolari, Bruno Fiata, Romolo Ercoli, Fernando Fumagalli.
1992/93: Guido Adolini, Carlo Ranaldi, Luigi Bernardini, Luciano Anselmi, Mario Gasbarri, Ennio Zampaletta.
Va segnalato che proprio con Ennio Cuccuini alla presidenza inizia la lunga serie di ospiti d’onore all’Etrusco: non solo allenatori, ma anche altri personaggi del mondo del calcio, come il difensore della Lazio Cristiano Bergodi.
Il 1992 è anche l’anno dell’uscita del periodico di categoria, L’Allenatore, che riprende le pubblicazioni: nel numero zero, viene ospitato anche un intervento di Giuliano Ragonesi. Sul finire del 1993, soddisfazioni per gli allenatori viterbesi con il riconoscimento assegnato a Guido Adolini e Luciano Anselmi, premiati dalla sezione regionale durante il Memorial Luciano BitiGiuseppe Banchetti, al Foro Italico. Un riconoscimento che nel tempo venne attribuito anche ad altri allenatori della Tuscia, da Enzo Rappoli a Francesco Panunzi.
E’ di questo periodo una delle iniziative più qualificanti con la conferenza del professor Enrico Arcelli, uno dei più famosi preparatori atletici italiani ed internazionali, consulente delle più quotate società calcistiche nazionali e al fianco di grandi atleti come Moser, Baldini, Bordin, Tomba, Vezzali, Zanardi, per restare solo al nostro paese.
Ricco di appuntamenti il 1994, a cominciare dall’avvicendamento alla presidenza della sezione: a Ennio Cuccuini succede Otello Settimi, che esordisce subito con un polemico intervento sul quotidiano Il Tempo trattando la “moda” degli esoneri, che si era un po’ troppo accentuata spesso senza motivi reali. Settimi è stato eletto presidente nella riunione del sette marzo: lo affiancano Cerasa, Taddeucci, Tonnicchi e Lucarini come consiglieri, Cuccuini e Sabatini revisori dei conti, Rossi e Casantini probiviri. “Settimi va certamente aiutato – dice Ennio Cuccuini passando il testimone al nuovo presidente – dimenticando pregiudizi che non fanno bene alla categoria, abbandonando lo scetticismo che circonda l’operato dell’Associazione”.
Il nuovo direttivo organizza in poco tempo la consegna del Premio Etrusco 92/93 e commemora con un torneo giovanile la figura di Antonio Bozzini, allenatore scomparso da poco: il triangolare riservato agli esordienti si svolge a Vasanello e partecipano oltre alla squadra di casa anche Montefiascone e Pianoscarano.
Particolarmente significativa l’apertura di uno spazio mensile ospitato dalle pagine sportive del quotidiano cittadino Corriere di Viterbo, grazie alla disponibilità del giornalista Tommaso Alimelli. Il primo giovedì di ogni mese, associati e non possono trovare sul Corriere notizie e approfondimenti sull’attività dell’Associazione. Parte anche la richiesta ufficiale al comune di Viterbo di uno spaziosede sociale, e partono anche lettere di congratulazioni indirizzate alle società vincitrici dei vari campionati locali, e non solo di calcio: arrivano i complimenti dell’A.I.A.C. anche alla Libertas Viterbo di basket e al Cus Viterbo di calcio a cinque.
L’undici aprile 1994 parte l’atteso corso per istruttori di giovani calciatori. Alla fine saranno nove i “diplomati” di Viterbo e provincia: Maurizio Forti, Quinto Nisini, Roberto Paradisi, Mario Romani, Marco Savini, Francesco Scopetti, Angelo Spano, Enzo Tribolati e Franco Zanoni. Quest’ultimo è tra i vincitori del premio Etrusco per la stagione 93/94, che viene consegnato il 27 marzo ’95 nella splendida cornice della Sala Regia del palazzo comunale di Viterbo. Gli altri vincitori sono Angelo Bonelli, Fernando Nobili, Mario Romani, Enzo Rappoli, Ennio Zampaletta ed Ennio Cuccuini.
Gli sforzi organizzativi della sezione viterbese vengono riconosciuti con l’assegnazione del corso regionale per l’abilitazione di istruttori giovani calciatori. Il corso prevede quaranta iscritti e si svolge a Viterbo dal quattro al 25 marzo. Il mese successivo, Montefiascone ospita la nuova edizione dell’Etrusco: i premiati sono Gino Di Pietro, Fernando Fumagalli, Angelo Serafini e Marcello Scorsini.
Un piccolo momento di stasi viene testimoniato dalla presenza di appena dodici iscritti all’assemblea del novembre 1996, che conferma Settimi alla presidenza e gli affianca Alberto Amici, Gigi Taddeucci, Massimo Quintarelli, Franco Zanoni e Franco Sabatini.
L’anno si chiude con la consegna delle statuette dell’Etrusco per la stagione 95/96: la cerimonia stavolta è ospitata dalla sala conferenze dell’Amministrazione Provinciale, a Viterbo. Alla presenza di un grande del nostro calcio come Giancarlo De Sisti, vengono premiati Giuseppe Poleggi, Biagio Zaccaro, Luigi Bernardini, Mauro Tonnicchi e Mimmo Casantini.
A Pomezia nel giugno 1997 si svolge la prima edizione del torneo Over 40 riservato agli iscritti laziali dell’Associazione. Ogni sezione provinciale porta la sua squadra di calcio, nel segno del divertimento che non deve mai mancare. Le partecipanti sono quattro (a Rieti non c’è ancora la sezione provinciale), e Viterbo si impone battendo 20 Latina e ai calci di rigore la rappresentativa di Roma.
Il tutto, raccontano cronache sicuramente non di parte, malgrado l’assenza di Buffetti e Rondini infortunati in allenamento. Guidati in panchina da Settimi, i viterbesi si schierano con Goletti, Burla, Forti, Marconi, Arconi, Cuccuini, Arena, Perfetto, Di Prospero, Natali, Serafini e Zanoni.
La “Over 40” ci prende gusto, e scende in campo anche a Coverciano, nel febbraio 1998, nell’ambito di uno stage di aggiornamento al Centro tecnico federale. La selezione fiorentina è agguerrita, tanto per dirne una scende in campo anche Luciano Chiarugi. Un allenamento molto utile perché la seconda edizione del torneo regionale viene organizzata proprio dalla sezione viterbese. Si gioca sul verde tappeto dello stadio di Tuscania, e stavolta c’è anche Rieti. Anche se campione in carica, Viterbo si sobbarca una fatica supplementare perché la formula concede un po’ di riposo alle vincenti del primo turno, mentre la nostra selezione si trova a dover disputare due triangolari in fila. Il torneo viene vinto da Roma.
Per tornare a …Coverciano, giova ricordare che la visita consentì ai partecipanti di valutare due allenatori in un colpo solo: Alberto Malesani che in quella stagione guidava la Fiorentina, e Luciano Spalletti, sorprendente debuttante in serie A alla guida dell’Empoli. Era il primo viaggio dei tecnici della Tuscia al centro Federale, e furono ben due i pullman riempiti, per un totale di 85 partecipanti.
Il 1999 si apre con la riunione straordinaria di aprile, dove si fa il punto sulle iniziative da mettere in cantiere. Tra queste la partecipazione alla terza edizione del torneo regionale (a Rieti il cinque giugno), la partecipazione attiva alla manifestazione Top 11, una sorta di festival del calcio dilettantistico della Tuscia, e la partecipazione ad un torneo quadrangolare con le sezioni di Grosseto, Siena e Livorno.
L’occasione è buona anche per consegnare il premio Etrusco per la stagione 97/98. Ma queste iniziative “ludiche” non fanno dimenticare all’Associazione i suoi obiettivi principali: la lotta all’abusivismo, la difesa degli associati, l’aggiornamento tecnico, lo scambio di esperienze. Tutti compiti che vengono ereditati dal nuovo consiglio direttivo eletto nel mese di ottobre. Il presidente Settimi viene affiancato da Amici, Arconi, Forti, Perfetto, Quintarelli, Sabatini, Taddeucci, Zaccaro e Zanoni. E si chiude così il “secolo breve”, che per l’A.I.A.C. viterbese è veramente volato via.
![]() Sono trascorsi molti anni dal “primo giorno di scuola”, affrontato con un abito diverso da quello del calciatore. Le emozioni, le ansie, le gioie e i dolori non riuscivo a spiegarli dentro di me senza calciare una palla, sperando poi che alla fine del triplice fischio fosse entrata nella porta giusta, quella dei miei avversari/ amici. Non essere all’interno del campo a correre, a sudare, a contendere il pallone secondo le direttive del “Maestro”, non mi sembrava vero: come si può pensare calcio se non sei l’attore principale? mi sussurravo continuamente. Risvegliatomi da ricordi, con sensazioni diverse ma con più ansia e responsabilità, ora ero io che conducevo le “danze”, avevo l’obbligo di trasmettere fiducia e conoscenza ai miei ragazzi, e non deludere chi mi aveva scelto per farlo, senza trascurare le regole del gioco e i valori dello sport. Ero un giovane ragazzo, che in pochissimo tempo doveva mescolare le sue conoscenze ma anche i tanti insegnamenti ricevuti dai molti allenatori avuti, e – cosa strana – in gran parte componenti dell’A.I.A.C. sezione di Viterbo del “papà” Presidente Otello Settimi. Incuriosito e contattato, non ho esitato un attimo ad entrare nella famiglia dove l’aria che si respirava era serena, ma soprattutto ricca di saggezza e conoscenza. Tanti “maestri” ho avuto vicino a me, qualcuno ora è ad insegnare calcio in un mondo migliore e fatato, altri sono ancora oggi capaci di trasmettere passione, calcio e spirito di gruppo. Ho contributo come segretario della sezione A.I.A.C. di Viterbo per diversi anni a dare continuità al progetto e grazie all’Associazione e ai tanti tecnici sono cresciuto consapevole che il rispetto e la semplicità sono un dono meraviglioso e ti aprono ovunque le porte dell’amicizia. La cosa buffa è che, dopo tanti anni di Campo come uno di loro, negli ultimi otto mi sono trovato a svolgere il mio lavoro in altra veste in una società professionistica: il massimo dei sogni… ma consapevole che senza l’A.I.A.C. di Viterbo, senza Papà Otello, senza i tanti Maestri, colleghi, amici “Allenatori-Istruttori-Educatori”, non avrei mai potuto emozionarmi di nuovo e scrivere queste poche righe dal profondo del cuore conducendo la squadra verso una nuova partita. GRAZIE OTELLO, GRAZIE AMICI, GRAZIE A.I.A.C. Mauro Lucarini |
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![]() Il nostro è e resta un gioco maledettamente accattivante, avvincente ed impegnativo, interpretato coi piedi ma che necessita di una costante dedizione e ricerca, imperniato sulla componente passione ma che si nutre di confronto e condivisione, scambio di conoscenze ed esperienze. Ecco, agevolare e favorire tutto ciò è quel che si prefigge da ben otto lustri la nostra Sezione Provinciale A.I.A.C.: un lasso di tempo durante il quale abbiamo gioito per il cospicuo numero di allenatori diplomati, formati e assistiti, e pianto per la perdita di alcuni di loro. Innegabile come l’alzare il telefono e trovare persone disponibili ad occuparsi di te, a prodigarsi gratuitamente per risolvere i tuoi problemi, ti dia la consapevolezza di non dover lottare da solo nell’affrontare le molteplici problematiche proprie del ruolo. La mia personale esperienza di associato ha origine nel 1982 e da allora, senza soluzione di continuità, sino ai nostri giorni; non ho sufficiente memoria per elencare i Presidenti ed i Consiglieri che nel tempo si sono succeduti e con i quali ho avuto il privilegio di collaborare. Mi vengono in mente gli immarcescibili Taddeucci, Sabatini e Cuccuini, e qui mi fermo per non rischiare di far torto ad alcuno parimenti degno di nota: tutti, nessuno escluso, meritano un plauso ed un encomio. Ma a ragion veduta ritengo di poter sostenere che il Gruppo Provinciale di Viterbo vanti un’unica anima, un suo tatuaggio, un cuore pulsante: l’epico Otello Settimi. Sul pezzo praticamente da sempre, il nostro “penna bianca” si è messo alla testa del gruppo pedalando sodo, spesso costretto ad inarcare la schiena quando le salite si son fatte dure, pronto a dar battaglia nei piani alti per garantire e consolidare la necessaria dignità della Sezione. Nessun compenso, forse la sola visibilità del ruolo. Non me ne vogliano i miei compagni di viaggio ma ritengo di essere onesto e di non esagerare nel sostenere che il Gruppo Provinciale di Viterbo spesso si sia identificato in Otello; unico e talvolta solo a prodigarsi nell’organizzazione di stage, di giornate di studio e di perfezionamento, sia in casa che presso importanti società professionistiche; la sua creatura, l’Etrusco, è un evento ormai conosciuto ad ogni latitudine, un appuntamento con l’ormai famosa statuetta bron¬zea votiva denominata “ombra della sera”. Ad Otello, quindi, per aver sottratto un’infinità di ore alla famiglia ed essersi immolato alla causa, il mio personale e affettuoso ringraziamento. Luciano Siddi |
![]() Alcuni momenti della intensa giornata viterbese di Marcello Lippi e Angelo Peruzzi, ospiti dell’A.I.A.C. viterbese nell’aula magna dell’Università della Tuscia. I due grandi ospiti presenziarono anche alla consegna del premio Etrusco, come testimonia la nutrita lista dei premiati. |
![]() Uno dei moltissimi viaggi di studio organizzati dalla Sezione nel corso degli anni. Qui gli allenatori viterbesi sono ospiti di Tirrenia, centro di allenamento del Livorno allenato da Giancarlo Camolese, dove vengono seguiti dal preparatore atletico Stefano D’Ottavio, poi studiano il lavoro del portiere Marco Amelia e infine incontrano lo stesso Camolese. |
![]() Eventi della stagione 2009: lo stage di aggiornamento per preparatori portieri, con Giuseppe De Fidio, Daniele Goletti e il dottor Mario Gobattoni, tenuto a Montefiascone; il lavoro in una giornata del corso di abilitazione Uefa B a San Martino al Cimino. |
![]() La mia esperienza con l’A.I.A.C. inizia alla fine degli anni ’80, esattamente nel 1988 quando partecipo al corso per Allenatore per giovani calciatori a Civitavecchia; fresco di abilitazione mi iscrivo all’associazione composta come oggi da tanti amici. Nel 1990 a Coverciano partecipo al primo corso centrale per tecnici terza categoria con abilitazione al calcio a 5 (in seguito diventerà UEFA B), una esperienza che mi fa capire l’importanza del ruolo dell’allenatore, ma anche di quanto l’A.I.A.C. poteva essere di aiuto per la crescita e tutela della categoria. Pochi anni dopo ebbi l’onore e l’onere di diventare Presidente della sezione A.I.A.C. Provinciale di Viterbo: un’esperienza importante portata avanti con gli amici Gianpiero Buffetti e Mauro Lucarini e tanti altri. Tra le tante attività svolte in quel mandato oltre al premio Etrusco, sicuramente il fiore all’occhiello della nostra Associazione, una in particolare mi piace ricordarla: quella fatta con il professor Enrico Arcelli, in quel momento sicuramente uno degli esponenti più preparati nel mondo della preparazione atletica, e proprio in quel periodo iniziava a diventare importante all’in-terno dello staff di una squadra di calcio la figura del preparatore atletico. Ennio Cuccuini |
![]() Un grossissimo e affettuoso augurio di buon compleanno alla nostra AIAC Viterbo, per i suoi primi 40 anni, ed un grazie infinito al nostro inossidabile Presidente Otello Settimi. Ho avuto la fortuna di collaborare al suo fianco ed è stata una esperienza indimenticabile, nel corso della quale ho potuto constatare la passione, la dedizione, l’abnegazione con le quali lui ha operato e continua ad operare per far crescere sempre più la sede di Viterbo, sua innegabile creazione, il tutto unito da uno spirito collegiale, allegro e di grande empatia che si percepiva nel corso degli incontri istituzionali e non. Conservo con affetto tutti i ricordi dei tanti momenti aggregativi organizzati in quel periodo, ed in particolare modo quando la sezione riuscì a portare a VT il fresco campione del mondo Mister Marcello Lippi, che colpo!! L’ AIAC Viterbo è una gran bella Storia, ricordo gli incontri di Siena con Mister De Canio, di Livorno con Mister Camolese e con il Maestro Ferretto Ferretti in Coverciano, dove si respi rava ancora quell’aria pesante di Calciopoli (la Nazionale, futura campione del mondo 2006, partì il giorno prima del nostro arrivo) e l’eccezionale accoglienza e simpatia del Mito Prof. Fino Fini, cicerone d’eccezione per l’occasione, senza dimenticare l’organizzazione del Corso UEFA B, delocalizzato a Civita Castellana, cosa mai successa ma molto gradita logisticamente dai futuri Mister dell’epoca. Rimpiango solo di esser stato costretto ad allontanarmi per problemi personali e di essermi perso i successivi momenti aggregativi, ma è una distanza che avverto soltanto fisicamente perché non ho mai smesso di aggiornarmi sulle evoluzioni dell’organizzazione e di sostenerla nel mio territorio. Perché sono indubbiamente fondamentali le funzioni formative, di rappresentanza, di valorizzazione del mestiere di Mister che AIAC VT può svolgere, quindi tutti noi Allenatori non possiamo che manifestare gratitudine e ringraziamenti al Presidente ed ai Suoi collaboratori, per aver sempre tenuto il timone ben saldo in tutti questi anni e dato voce e rappresentanza a tutti. Un grazie personale, oltre a lui, mi sento di rivolgere ai componenti del Direttivo dell’epoca, Franco Sabatini, Enrico Di Pietro, Ennio Cuccuini, Gigi Taddeucci, e tutti coloro che ho avuto modo di conoscere meglio durante quel periodo (che non elenco per evitare ingiuste dimenticanze), per l’accoglienza e l’amicizia concessami. Auspico che nessuno di noi smetta mai di incentivare e promuovere la partecipazione alla sezione AIAC di Viterbo, né perderemmo tutti e vanificheremmo quanto creato sinora. Uniti siamo più forti!! Lunga vita all’AIAC VT !! Enzo Tribolati |
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![]() Una delle edizioni meglio riuscite dell’Etrusco, quella del 2009 con i campioni viterbesi radunati a Villa Sofia. C’erano Leonardo Bonucci, da poco vestito d’azzurro, Angelo Peruzzi, Alessandro Conticchio, e con loro anche Renzo Ulivieri e Giuliano Ragonesi. |
Nelle pagine dei quotidiani locali la visita a Formello e l’incontro con Delio Rossi (maggio 2008), e la consegna del premio Etrusco, ospite d’onore Edi Reja (novembre 2010).
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![]() Il nutrito gruppo degli ammessi al corso di abilitazione del 2013. Già da alcuni anni la Sezione viterbese era attiva su internet, con il sito disegnato da Enrico Di Pietro, e aveva fatto notevoli passi in avanti nella preparazione dei materiali didattici, come testimonia il dvd che contiene le lezioni dello stage sui portieri tenuto a Montefiascone. |
![]() Corsisti dell’anno 2012 e dirigenti del calcio locale (Renzo Lucarini della Federcalcio e Luigi Gasbarri dell’Associazione Arbitri) alla consegna del premio Etrusco 2012, ospite d’onore l’allenatore del Siena Giuseppe Sannino. |
La prima riunione del consiglio direttivo nel nuovo secolo (che corrisponde all’arrivo di Azeglio Vicini alla presidenza nazionale) ripropone con forza la necessità di combattere i cosiddetti “doppi incarichi” che non mancano di certo nelle società della Tuscia. Ma il piatto forte dell’anno 2000 è senza dubbio la due giorni di Soriano nel Cimino, lo stage di aggiornamento sulle tematiche del settore giovanile, che si svolge il 15 e 16 maggio. Si parla di tecnica, di preparazione fisica, di psicologia: un programma serrato, un parterre di insegnanti d’eccezione: Antonio Cabrini, Roberto Clagluna, Franco Tancredi, Gianni Leali, Franco Ferrari. E tra i corsisti, nomi che guadagneranno nel tempo un posto al sole, a cominciare da Rolando Maran per proseguire con Claudio Rastelli, Stefano Sanderra, Marco Mariotti, Guglielmo Bacci.
A luglio, poi c’è la quarta edizione del torneo calcistico Over 40, ospitata stavolta da Latina. Il cerchio si chiuderà nel 2001 con la quinta edizione, disputata il 23 giugno a Ferentino. L’anno 2001 si apre con un profondo rinnovamento del consiglio direttivo dove, accanto ai “soliti” Settimi, Sabatini, Quintarelli e Taddeucci, troviamo Mario Arconi, Romolo Ercoli, Roberto Paradisi, Sandro Perfetto, Gaetano Petrarca.
In giugno la sezione programma una visita d’istruzione nel “santuario” di Coverciano: vedremo alla fine di questo piccolo viaggio quanti e quali sono stati i maestri che hanno ricevuto gli associati viterbesi scambiando con loro pareri ed esperienze.
Nel 2002, ad esempio, il momento clou è senza dubbio lo stage a Perugia con la figura di Serse Cosmi a fare da catalizzatore dell’attenzione. Torna in campo la selezione Over 40 per affrontare quella di Rieti a Poggio Bustone, in preparazione alla sfida giocata a Coverciano contro i “pari età” fiorentini. Il 2003 comincia con due giorni di convegno, a San Martino al Cimino, su “Gestione tecnica ed organizzativa nei settori giovanili di calcio”.
L’organizzazione è della viterbese Tuscia Sport Service, e il presidente Settimi presenta una relazione sul rapporto tra tecnico e società calcistica. Viterbo è presente anche al corso di formazione organizzato dai confratelli di Rieti in occasione dell’apertura della loro sezione, che molto si giova delle esperienze maturate del gruppo della Tuscia in questo settore.
Uno dei momenti più interessanti è senza dubbio la visita ad Empoli dove Silvio Baldini spiega le sue metodiche di lavoro ad un folto gruppo di tecnici, specialmente di settore giovanile.
Si finisce a dicembre con la consegna del premio Etrusco per le stagioni 2001/2002 e 2002/2003. I premiati sono Marco Fornicoli, Alessandro Tomassetti, Fernando Parmigiani, Giovanni Tessari, Moreno Petronio e Cesare Rondini.
L’anno 2004 è denso di iniziative. A febbraio Civita Castellana ospita il corso per abilitazione ad allenatore di base; a maggio, a Santa Maria della Quercia, un folto numero di iscritti ascolta Leonardo Menichini e discute con lui di metodologie di allenamento tecnicotattico. Vincenzo Buompadre, responsabile sanitario dell’A.C. Perugia, relazione su traumatologia e riabilitazione per ginocchio e caviglia. In giugno i tecnici viterbesi vengono ricevuti a Coverciano da Emiliano Mondonico per una lezione ricca di spunti e piena di umanità. A novembre, 24 allenatori di terza categoria ricevono l’abilitazione ad allenatore di base con il cosiddetto “esame di riconversione”.
Anno 2005 caratterizzato dalla visita a Siena per studiare i metodi di allenamento di Gigi De Canio. Nel giugno 2005 torna l’appuntamento con il premio Etrusco, nobilitato dalla presenza di Renzo Ulivieri. Ricevono il premio Daniele Antolovic, Francesco Giordano, Domenico Gavazzi, Paolo Livi, Vincenzo Rossi, Luigi Taddeucci e la vecchia gloria viterbese Giovanni Patara.
L’attività della sezione viterbese riceve una decisa accelerazione dal 2006 in poi, con la nomina del nuovo consiglio, una incisiva politica di sponsorizzazioni, un rinnovato impegno nei campi di intervento caratteristici dell’A.I.A.C. A giugno, gli iscritti viterbesi entrano nuovamente nel “tempio” di Coverciano, visitano il museo gestito con amore da Fino Fini, e vanno a lezione da Franco Ferrari e Matteo Micheli Levi, docenti del Settore Tecnico.
A dicembre appuntamento con la medicina sportiva, rappresentata da Ernesto Alicicco, ex medico sociale della Roma (che tratta il tema del doping e dell’uso degli integratori), da Domenico Alberti (traumi muscolari) e da Carlo Gigli (traumatologia del ginocchio). Nell’occasione vengono anche consegnate le statuette del premio Etrusco per il 2005/2006: vincono Marco Frasca, Gianni Boccia, Marino Febbraro; riconoscimenti alla carriera sono attribuiti a Daniele Goletti, ex portiere in serie A e ora allenatore di portieri, e alla memoria di Nazzareno Caporossi, uno di quelli che hanno fatto la storia del calcio viterbese seppure nel ristretto ambito delle serie minori.
Nel 2007 la sezione viterbese si tuffa nel mare sconfinato del web, aprendo il proprio sito e snellendo la comunicazione con gli iscritti. A febbraio sono ben 210 i partecipanti al seminario di aggiornamento con i docenti Ignazio Argiolas e Sergio Roticiani: del maxi gruppo fanno parte i quaranta iscritti al corso per allenatori di base realizzato a Civita Castellana. Otello Settimi ed Ennio Cuccuini partecipano come relatori al corso per allenatori di calcio a cinque che si tiene a Roma. Il 2007 è anche l’anno in cui viene attivato il gemellaggio con la sezione di Macerata, ma passerà alla storia soprattutto per il prestigioso appuntamento di dicembre, quando all’Università della Tuscia l’A.I.A.C., con la decisiva collaborazione del compianto Carlo Cardoni, ospita Marcello Lippi e Angelo Peruzzi, rendendo così omaggio anche alla conquista del titolo mondiale 2006. Peruzzi viene insignito del premio Etrusco alla carriera: la statuetta “Ombra della sera” viene consegnata anche a Marco Frasca, Mauro Raspoli, Stefano Broccatelli e Ciro Granato.
Lunghissima la lista degli appuntamenti del 2008, a cominciare dalle varie riunioni preparatorie per proseguire con la visita a Tirrenia, sede degli allenamenti del Livorno, dove mister Giancarlo Camolese e il preparatore atletico Stefano D’Ottavio intrattengono i tecnici viterbesi che possono quindi seguire gli allenamenti dei granata, in particolar modo il lavoro del portiere Marco Amelia. Un mese dopo un interessante stage di aggiornamento tenuto a Montefiascone riguarda proprio il complesso ruolo dell’estremo difensore. Giuseppe De Fidio (Lazio) e Daniele Goletti tengono una interessante lezione di tecnica di base e tecnica agonistica, conclusa dal dottor Mario Gobattoni, medico sociale della Viterbese, che parla dei traumi tipici del ruolo di portiere.
Un momento di commozione per l’omaggio riservato allo scomparso Luigi Bernardini, allenatore stimato e benvoluto da tutti, ricordato in settembre a Corchiano con una partita amichevole tra tecnici viterbesi e vecchie glorie locali. Chiusura dell’anno riservata alla consegna del premio Etrusco che riveste una importanza particolare nella stagione che segna il trentennale della sezione viterbese. La serata si trasforma in una lezione di calcio a tutto tondo, moderata dal giornalista Andrea Santoni, e a cui partecipano Angelo Peruzzi, Renzo Ulivieri, i preparatori atletici della Roma Paolo Bertelli e Luca Franceschi, e inoltre Giuliano Ragonesi segretario A.I.A.C. e il docente di tecnica calcistica Biagio Savarese. Vengono insigniti del premio gli allenatori Angelo Bonelli, Massimo Quintarelli, Stefano Broccatelli, Paolo Proietti, Massimo Baggiani, i tecnici di calcio a cinque Gianluca Cervigni e Alcide Lozzi, la “vecchia gloria” locale Pietro Cipriani e per finire Mauro Valentini, uno dei pochi calciatori viterbesi ad avere raggiunto la massima serie, e poi impegnato come allenatore nelle serie minori e nei campionati giovanili.
Sono ben 42 gli ammessi al corso per il conseguimento della licenza Uefa B, che si tiene dal 16 marzo al 18 aprile a Viterbo: ma le richieste di partecipazione sono cinque volte tanto. Tra i docenti c’è anche Renzo Ulivieri: i corsisti possono partecipare anche al seminario di aggiornamento organizzato in collaborazione con la Federcalcio (110 iscritti) che vede come relatori Savarese e Sergio Roticiani.
In maggio gli iscritti viterbesi possono visitare il centro di allenamento di Formello per un incontro tecnico con Delio Rossi, allenatore della Lazio. A ottobre si ripete la commemorazione di Giggi Bernardini a Corchiano, mentre il premio Etrusco 2009 “scala” alla primavera 2010. Qui la sezione viterbese fa le cose per bene organizzando una parata di “prodotti” calcistici locali a cominciare dal fresco azzurro Leonardo Bonucci per proseguire con Angelo Peruzzi e Alessandro Conticchio. Prendono parte al dibattito anche Renzo Ulivieri e Giuliano Ragonesi, che consegnano il premio stagionale a Enrico Di Pietro, Fabio Scatena, Marino Febbraro, Andrea Pedica, Fernando Parmigiani, Massimo Bertini e Franco Sabatini.
A fine novembre 2010 è ospite di Viterbo Edi Reja – allenatore della Lazio – insieme al suo vice Giovanni Lopez e a due tecnici di provata esperienza come Leonardo Menichini e Rosolino Puccica. Il premio Etrusco 2010 viene assegnato a Marco Feriozzi, Aldo Coletta, Ciro Granato, Stefano Pera, Mauro Cecchetti, Claudio Belli e Michele Venanzi. La serie di appuntamenti per il 2011 si apre con un interessante seminario di aggiornamento che vede protagonista Attilio Sorbi, relatore su contropiede e possesso palla; accanto a lui, a parlare di metodologie di allenamento, Claudio Chincoli. Un mese dopo si parla di medicina e scienza con Marco Lucarelli (prevenzione e programmazione nel calcio), Tiziano Antonetti (analisi del sistema posturale dell’atleta per prevenire infortuni e migliorare la prestazione) e Marco Chialastri (la pre-abilitazione come approccio prestativo e preventivo). Sempre in maggio, il pullman dell’A.I.A.C. viterbese si riempie per il viaggio verso Trigoria, dove Vincenzo Montella intrattiene gli allenatori della sezione, li fa assistere agli allenamenti della sua squadra e poi i preparatori Bertelli e Franceschi spiegano alcune metodologie di lavoro e di recupero infortunati. In coda alla giornata, il campione del mondo Bruno Conti presenta agli associati viterbesi un giovane che si chiama Andrea Stramaccioni: allena gli allievi, ma conquista tutti per preparazione ed eloquenza.
Siamo arrivati in questa carrellata al 2012, dove oltre all’organizzazione del corso allenatori di base, la sezione A.I.A.C. di Viterbo si impegna nell’allestimento di due edizioni del premio Etrusco, Ad aprile è ospite di Viterbo Giuseppe Sannino, allenatore del Siena, con i suoi collaboratori Francesco Baiano e Luca Lomi. I premiati sono Massimiliano Gasperini, Domenico Gavazzi, Alessandro Corradini, Giorgio Nardocci, Luciano Nesta e (alla carriera) Franco Cencioni e Luciano Siddi.
Si replica in dicembre con la prestigiosa partecipazione di Gianni Rivera che consegna la fatidica statuetta a Mauro Raspoli, Alessandro Oroni, Vincenzo Bannella, Angelo Bonelli, Pietro Barbaranelli, Stefano Del Canuto, Paolo Mariani. Il premio alla carriera viene assegnato ad Alvaro Turchetti ed Ennio Cuccuini.
Il 2012 è anche l’anno della conquista di uno spazio fisso per la sede sociale: ovviamente è in un campo di calcio, quello del quartiere Villanova a Viterbo. A tale scopo, il consiglio direttivo si tassa per contribuire alla spesa.
Nel febbraio 2013 la cittadina di Soriano nel Cimino è tra le sedi del classico torneo giovanile di Viareggio. L’occasione è propizia per una cenadibattito a cui partecipano due ex calciatori come Felice Pulici e Pietro Ghedin. Nel mese di giugno gli allenatori viterbesi si spostano in buon numero a Coverciano per partecipare alle lezioni della dottoressa Maria Grazia Rubenni, specializzata in medicina dello sport, di Attilio Sorbi e Renzo Ulivieri, e infine assistere a una seduta di allenamento per portieri. Due sono gli appuntamenti che caratterizzano la vita associativa nel 2014: un nuovo stage a Tirrenia, ospiti del Livorno e del suo allenatore Mimmo Di Carlo, e l’omaggio a un decano delle panchine viterbesi come Francesco Bozzini, che in ottobre presenta il suo libro “E Dio creò il calcio”, tutto incentrato sulla figura dell’allenatore.
La primavera del 2015 è incentrata su due date: a fine marzo, allo stadio “Renato Fioravanti” di Tuscania, la partecipazione all’incontro tecnico di presentazione della metodologia della football academy dell’A.C. Perugia, per il quale va dato ampio merito a Mauro Lucarini, nella sua veste di direttore generale del club umbro; all’inizio di aprile, la consegna del premio Etrusco per gli anni 2013 e 2014 con il notevole successo personale dell’ospite d’onore, Rino Gattuso, che è accompagnato dal suo uomo di fiducia, l’avvocato Piero Baffa, e prima di dedicarsi alla consegna delle statuette si conferma personaggio schietto e ricco di umanità. I premiati sono Enrico Centaro, Maurizio Forti, Domenico Gavazzi, Giovanni Trezza, Gianni Cremarossa, Marco Crisostomi, Gianluca Ciancolini e (alla carriera) Francesco Bozzini.
Sempre a proposito dell’Etrusco, in settembre il consiglio direttivo modifica leggermente i criteri di assegnazione. Un solo “comma” è rimasto stabile negli anni, e recita: i premi saranno assegnati agli allenatori che avranno tenuto un comportamento rispondente ai principi di lealtà sportiva.
Ancora a settembre, uno dei momenti che restano maggiormente impressi nella memoria dei partecipanti: l’incontro ad Empoli con Maurizio Sarri, non ancora assurto agli onori delle cronache calcistiche ma già convinto assertore di un calcio proficuo e divertente. Il 2016 è l’anno della nuova edizione del corso per l’abilitazione Uefa B, con 41 partecipanti; della partecipazione in luglio alla assemblea generale A.I.A.C., di un appuntamento riservato ai portieri (a Tarquinia con Luigi Tizi – preparatore specializzato e David D’Antoni, allenatore del Monterosi che porta a suon di record in serie D). D’Antoni è tra i vincitori del premio Etrusco insieme con Antonio Capotosto, Giorgio Alessandrini, Massimo Bertini, Mauro Valentini, Paolo Proietti, Christian Quattrini, Stefano Broccatelli, Livio Morelli, Alessandro Corradini e Gianluca Salvicchi.
I riconoscimenti alla carriera vanno a Giuliano Ragonesi e Massimo Quintarelli. Gli ospiti d’onore sono Massimiliano Farris, che ha iniziato la sua carriera di allenatore nella Tuscia e ha raggiunto la panchina della Lazio, il calciatore Federico Viviani, un figlio della nostra terra che ha raggiunto la serie A, e il tecnico della Viterbese Federico Nofri che ha guidato i gialloblu alla promozione in C, e già alla fine del campionato aveva concesso anche un gustoso pomeriggio raccontando i suoi metodi di lavoro ai tecnici della sezione.
L’incontro con gli allenatori della Viterbese si ripete nel maggio 2017 con Lillo Puccica e Massimiliano Nardecchia, che hanno portato la squadra ai playoff della serie C; prima c’erano stati due incontri specifici dedicati all’allenamento dei portieri: a Montefiascone con Enrico Centaro e Luigi Tizi, e a Civita Castellana sempre con Tizi e Luciano Siddi.
La serata del premio Etrusco, a metà giugno al Grand Hotel delle Terme, è caratterizzata dalla presenza di Serse Cosmi che incita gli allenatori viterbesi ad essere sempre se stessi e non accettare compromessi. E’ anche la serata dei giovani talenti viterbesi Cristiano Lombardi ed Alessandro Rossi, che si stanno mettendo in luce in serie A. La lunga lista dei premiati comprende Giorgio Alessandrini, Francesco Carnevale, Francesco Fraticello, Luca Frellicca e Gaetano Petrarca. A Fernando Nobili e Renzo Lucarini vanno i premi alla carriera. Un omaggio postumo viene indirizzato a Giancarlo Camilli e Carlo Cardoni, due innamorati del calcio che organizzarono negli anni ’80 il prestigioso torneo giovanile Grossi-Morera. Un po’ d’emozione c’è anche per Mauro Lucarini, in passato consigliere segretario della sezione, ora direttore generale del Perugia.
Il viaggio a Firenze per studiare i metodi di lavoro di Stefano Pioli apre le attività del 2018. E’ l’ultimo in ordine di tempo degli incontri organizzati dalla sezione A.I.A.C. (che nel frattempo è stata ribattezzata Gruppo) con alcune delle migliori realtà del calcio del centro Italia. Malesani, Cosmi, De Canio, Baldini, Camolese, Rossi, Montella, Stramaccioni, Toscano, Sarri, Pioli, Ancelotti i nomi di quelli che hanno accettato di spiegare ed
Lavoro organizzativo (l’assemblea per il rinnovo delle cariche del 2015) e formativi (la visita all’Empoli con Maurizio Sarri, non ancora diventato il tecnico affermato che sappiamo, ma già capace di catturare l’attenzione con la sua visione del calcio e con la sua schiettezza).
ascoltare: merito sicuramente di un clima diverso nei rapporti tra vertici e base, ma anche di un modo di porsi che ha reso il gruppo viterbese molto popolare tra gli allenatori di grido. Un’altra dimostrazione c’è ad ottobre quando al relais Corte delle Terme viene consegnato il premio Etrusco 2018. La serata è di quelle che non invogliano ad uscire di casa, men che meno se devi fare 300 chilometri per raggiungere Viterbo da Ascoli Piceno.
Eppure Beppe Iachini non fa una piega, si presenta addirittura in anticipo all’appuntamento, e la sua lezione è di quelle che restano. Nutrita la lista dei premiati: Gianni Boccia, Maurizio Forti, Daniele Goletti, Paolo Livi, Andrea Colonnelli, Luca Vaccarelli, Mauro Raspoli. I premi alla carriera vanno a Bruno Fiata, l’allenatore-poeta, e ad Erminio Tiziano.
Siamo arrivati alla stagione 2019, quella del quarantennale. Proprio per questo il calendario del primo semestre è denso di date da ricordare. A febbraio l’incontro formativo sull’allenamento dei portieri con Paolo Gobattoni, tecnico della Viterbese e della Ternana; a marzo, una seduta specifica sulle metodiche di allenamento con il preparatore atletico Gianni Frillici; in aprile, il viaggio a Castel Volturno, sede degli allenamenti del Napoli, e l’incontro con Carlo Ancelotti. C’è da aprile a giugno una nuova edizione del corso Uefa B, che laurea altri 40 iscritti.
E gli allievi del corso possono anche assistere ad uno dei momenti più alti del calcio locale, la finale della coppa Italia di serie C vinta dalla Viterbese sul Monza. C’è la intensa lezione di un quartetto di protagonisti che parlano di calcio da tutti i punti di vista: il dirigente (Mauro Lucarini), l’allenatore di serie A (Massimiliano Farris), il preparatore dei portieri (Guido Nanni).
La capacità affabulatoria di Renzo Ulivieri fa il resto. I vincitori dell’Etrusco sono Francesco Fraticello, Mario Cerquetella, Oscar Felci, Fernando Parmigiani, Daniele Antolovic, Gaetano Petrarca, Gianluca Cervigni, Maurizio Mozzicarelli, Giorgio Alessandrini, David De Paolis, Stefano Del Canuto. Premi alla carriera per Franco Antolini e Giampiero Buffetti, riconoscimenti anche alla Viterbese prima in coppa e a Sergio Pollastrelli, storico dirigente del calcio locale.
Stage di aggiornamento a Viterbo con l’ex giocatore del Lecce e del Torino Alessandro Conticchio (febbraio 2015) e due delle molte visite organizzate al Centro Tecnico Federale di Coverciano. |
Istantanee della bella serata con Gianni Rivera, ospite d’onore del premio Etrusco 2012.
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![]() Ricordare dieci anni di storia, qualsiasi storia significa ripercorrere un tratto importante di vita, rivivere momenti belli e meno entusiasmanti, ricordare le persone e i fatti che assieme hanno contribuito a fare la storia dell’Associazione. La mia storia nella sezione provinciale A.I.A.C. di Viterbo è iniziata con il Presidente Otello Settimi, il quale ha gettato un seme importante che sicuramente continuerà a germogliare in maniera rigogliosa anche nei prossimi anni. Per me l’A.I.A.C. sarà sempre Otello Settimi, maestro di calcio e di vita, al quale faccio riferimento nei momenti difficili che tutti noi incontriamo oltre che nel calcio anche nella vita. Lui c’è sempre e come un bambino che non potrà mai dimenticare le braccia della mamma che lo hanno accolto infante, anch’io nel futuro cercherò di non disperdere i valori che Otello ci ha insegnato: rispetto, fiducia, coraggio, onestà e signorilità. Un grazie particolare oltre che al Presidente va anche a tutti i componenti del consiglio, ma in particolar modo a Luca Paolella amico di mille battaglie che ricorderò sempre con tanto affetto e amore. Enrico Centaro |
![]() Al premio Etrusco del 2015, ospite d’onore il campione del mondoRino Gattuso (accompagnato dal suo amico e uomo di fiducia Piero Baffa), che conquista la platea raccontando senza reticenze la sua carriera da giocatore e allenatore. |
![]() In poche foto, la “dura vita” dei corsisti, tra sessioni in aula e lezioni pratiche in campo (a temperature spesso polari). |
Il resoconto del premio Etrusco 2016 in una pagina speciale del Corriere di Viterbo. Gli ospiti d’onore furono Federico Viviani, calciatore di serie A, Massimiliano Farris, vice allenatore della Lazio, e Federico Nofri, tecnico vincitore della serie D con la Viterbese. Quest’ultimo fu anche protagonista di un “faccia a faccia” con gli allenatori della Tuscia nella sala riunioni della parrocchia viterbese di Santa Maria della Grotticella, la stessa che ha ospitato anche le lezioni teoriche del corso Uefa B del 2016. |
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![]() Rosolino “Lillo” Puccica e Massimiliano Nardecchia, allenatore e preparatore atletico della Viterbese che al primo anno di C conquista i playoff, spiegano tattiche e metodi di lavoro agli allenatori viterbesi. |
![]() Quando si entra in una grande associazione, si ha sempre il timore di andare ad intaccare equilibri precostituiti. Beh, questa sensazione nell’A.I.A.C. Viterbo non l’ho mai avvertita, anzi ho respirato sin da subito un’aria diversa, un’aria nuova, un’aria insolita. Una grande casa dove l’ “io” ha sempre lasciato spazio al “noi”, dove l’invidia e il pregiudizio hanno sempre lasciato spazio alla condivisione, alla crescita ed al rispetto. Valori importanti, merce sempre più rara in generale nel mondo d’oggi ed in particolare nel mondo dello sport. Vivere l’associazionismo e parteciparne attivamente è una forma di arricchimento personale che consiglio a tutti. La semplicità, il rapporto pressoché quotidiano anche se a chilometri di distanza, le cene goliardiche con l’immancabile pizza del presidente Otello sono tutti gli ingredienti di un mix vincente. Di aneddoti ce ne sarebbero tanti da raccontare, dal backstage del presidente Settimi alla conduzione di un tg, o dalla chiamata un giorno prima dell’ultima edizione del premio Etrusco, nella quale mi affidava con tutta tranquillità la conduzione della serata insieme ad un grande professionista del settore come Alessio Fratini, direttore del portale Calciodellatuscia. it. Il gruppo A.I.A.C. di Viterbo raggiunge un traguardo importante, ed il merito di questa longevità è di ogni singolo allenatore che sin dalla nascita fino ai giorni d’oggi ha contributo a rendere speciale l’Associazione. E poi consentitemi di fare un ringraziamento personale ad Otello Settimi, mio primo tifoso in qualsiasi squadra io abbia allenato. Volutamente ometto la parola Presidente, perché è una persona speciale, una persona in cui la passione, l’ardore nel fare, l’umiltà nel rendere importanti tutti i componenti vanno ben al di là della carica. D’altronde se molte volte sono i giocatori a fare le fortune degli allenatori, è anche vero che senza un grande allenatore non si vince nulla. Ed Otello ha dimostrato di essere il miglior allenatore possibile. Fabrizio Ercolani |
Nel 2018 il pullman del gruppo viterbese A.I.A.C. si dirige verso Firenze, dove viene accolto con calore da Stefano Pioli, che introduce il gruppo arrivato dalla Tuscia nei segreti del suo lavoro con i calciatori della Fiorentina.
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Nell’ottobre 2018, malgrado una serata da tregenda per il maltempo, Beppe Iachini seppe riscaldare gli allenatori viterbesi con una bella lezione tecnico-tattica, prima di presiedere alla consegna del premio Etrusco. Nel 2019 Massimiliano Farris e il preparatore dei portieri Guido Nanni sono stati gli ospiti d’onore all’ultima (per il momento) edizione del premio, insieme con Renzo Ulivieri e Mauro Lucarini. |
Nella sua più che ventennale militanza come presidente dell’A.I.A.C. viterbese, e in quasi mezzo secolo di attività da allenatore, Otello Settimi è diventato una sorta di ambasciatore del calcio locale. Eccolo ritratto con alcuni personaggi del football nazionale: Giancarlo Antognoni, Arrigo Sacchi, Alberigo Evani, Filippo Inzaghi, Mimmo Di Carlo e Aldo Dolcetti, lo stratega della Juventus di Massimiliano Allegri. |
Otto lustre ormai so già passate Da allora, come dicevo, n’tutte st’anne, Ogge che semo qui a celebrà Franco Sabatini |
Nel guardarci indietro per ricostruire quello che siamo stati nel corso di questi quarant’anni, ci siamo resi subito conto di un concetto che si è pian piano irrobustito mentre questa storia prendeva forma. E cioè che non saremmo mai arrivati a certi traguardi senza l’opera, la passione, l’amore di tante persone che purtroppo non sono adesso con noi a festeggiare.
Strada facendo abbiamo perso dei pezzi dei quali facciamo fatica a parlare “al passato”, perché il loro volto è sempre qui presente accanto a noi, e i risultati del loro impegno sono parte integrante del patrimonio di esperienze e risultati che ci portiamo appresso.
Il primo a lasciarci fu Remo Santini, uno dei capostipiti del settore tecnico nella nostra provincia. E poi Renato Ronchetti, Claudio Bucca, Sandro Perfetto, Mauro Aquilani, Betto Baruzzi, Sergio Andreoli, Luigi Bernardini, Alcide Lozzi, Franco Cencioni, Filippo Aquilani, Quinto Nisini, Livio Pelorosso, Francesco Panunzi, Francesco De Sanctis, Angelo e Roberto Meraviglia, Alfredo Ciucci, Franco Rempicci, Pietro Cipriani, Renato Fioravanti, Corrado Scala, Antonio Bozzini, Riccardo Celleno: lutti tremendi, anche quando non ci hanno colto di sorpresa: amici che non avremmo mai voluto lasciare per strada, fino all’ultimo, drammatico addio, quello ad un ragazzo educato e preparato come Luca Paolella.
Anche a loro è dedicata questa modesta opera riassuntiva di quarant’anni di storia; soprattutto a loro rivolgiamo un pensiero grato per quanto hanno dato all’Associazione e promettiamo il massimo impegno per il futuro dell’A.I.A.C.
Corrado Scala |
Remo Santini![]() |
Luigi Bernardini |
Renato Rocchetti e Franco Rempicci |
Luca Paolella |
Franco Cencioni![]() |
Riccardo Celleno![]() |
![]() Ripercorrere quarant’anni di vita associativa non è semplicemente guardarsi indietro per ricordare come eravamo, ma piuttosto per capire dove eravamo, e dunque valutare che cosa è stato fatto. Nella Sezione Provinciale di Viterbo (ora “Gruppo”) ho avuto il privilegio di collaborare con impagabili persone, che si sono sempre adoperate con impegno e dedizione per la crescita dell’associazione ed in special modo del Gruppo stesso, il quale oggi offre un determinante contributo alla causa degli Allenatori della nostra provincia. Rappresenta per me motivo di grande orgoglio essere stato uno dei fondatori della Sezione, unitamente ad Otello Settimi, tuttora sulla breccia come Presidente, Leandro Mucciante ed ai compianti Corrado Scala e Renato Ronchetti. Eravamo pochi, ma pervasi da giovanile entusiasmo nell’iniziare una nuova, e per certi versi affascinante, esperienza associativa, con tanta volontà, mezzi finanziari praticamente nulli ma con il primario obiettivo di curare gli interessi professionali ed economici degli Allenatori. Quarant’anni, quasi una vita, scorrono nella mia mente. Rivedo parole, volti, uomini, alcuni dei quali purtroppo non sono più tra noi, tanto impegno, obiettivi, successi, ma anche fallimenti comunque utili per indicarci la via per non commettere più errori. Io, insieme a tanti altri colleghi di cui non faccio i nomi nel timore di dimenticarne qualcuno, rappresentiamo il passato. Ora si deve pensare al futuro, che non può essere rappresentato che dai giovani i quali, con il loro entusiasmo, potranno adoperarsi per infondere quello spirito associativo che è necessario per affrontare le nuove sfide con professionalità e preparazione, componenti queste essenziali insieme al costante aggiornamento professionale. L’augurio che posso fare a me stesso e a tutti voi, è che il Gruppo Provinciale di Viterbo continui a svolgere la propria opera con la medesima passione, stando attento a cogliere le sempre nuove sfide rappresentate sia dall’inevitabile evoluzione del ruolo dell’Allenatore sia dall’opportunità di elaborare proposte che contribuiscano a valorizzare ed arricchire questa importante funzione. Luigi Taddeucci |